Il programma a 5 Stelle? Ci riporterà alle caverne

Cinque stelle brillano lassù, nell’iperuranio della politica. Meglio se con un bell’anti davanti. Il mondo delle idee a marchio registrato Beppe Grillo è popolato da benzinai senza pompe di benzina, mutui contrattati come alle bancarelle, supermercati col baratto alle casse e un Parlamento senza politici. Dei partiti avversari, naturalmente.
Il programma del Movimento 5 Stelle è online, e ci mancherebbe pure, visto che nelle 15 paginette «internet» è il mantra ricorrente. Del resto è nei video sul web che si trovano le autentiche perle del saltimbanco genovese, altro che i file Pdf. È live che il predicatore del vaffa si getta oltre gli ostacoli della retorica e i confini della logica. Riportando l’Italia indietro all’età delle caverne.
IL MERCATINO DI PIAZZA AFFARI
Così parlò infatti Grillo: «Mettiamo all’asta il tasso d’interesse. Ci mettiamo d’accordo io e te. Tu dici il 4%, io dico il 7%, facciamo il 5, dai, ci mettiamo d’accordo io e te...». Oppure, nero su bianco, slogan passepartout tipo «aboliamo le scatole cinesi in Borsa», «aboliamo la legge Biagi», «aboliamo le stock option», «sussidio di disoccupazione», per concludere con i «disincentivi alle aziende che generano un danno sociale». Ce l’avrà con gli odiati petrolieri? Ma no, che avete capito, con «i distributori di acqua in bottiglia».
STUDENTI VIRTUALI
E qui la migliore battuta involontaria non è l’intenzione di «abolire la legge Gelmini», chiaro. Piuttosto la «graduale abolizione dei libri di scuola stampati» in cambio di «insegnamento a distanza via internet e accessibilità gratuita» dei testi in «formato digitale».
IL TRENO DEI DESIDERI
Dio ci scampi dal completamento della Tav in Val di Susa, guai a costruire nuovi parcheggi in città. Per andare a lavorare, al mattino, bisognerà prendere la banda larga. Invece si auspica una non meglio specificata «incentivazione di strutture di accoglienza per uffici dislocati sul territorio collegati a internet». Il burocratese in salsa 2.0.
LIBERTÀ DI VAFFA
Anche nel campo minato dell’informazione esplodono le istanze grilline. Sarà forse per le cause milionarie collezionate dal grande capo? Fatto sta che si chiede la depenalizzazione della querela per diffamazione e riconoscimento al querelato dello stesso importo richiesto in caso di non luogo a procedere (importo depositato presso il tribunale in anticipo in via cautelare all’atto della querela). Ma non chiamatela legge ad personam.
LIBERISMO COATTO
La comunicazione è un antico cavallo di battaglia dell’oracolo col blog da 4,2 milioni di euro di fatturato (nel 2006), sin dai tempi delle urlate televisive in Rai anni Ottanta. Sarà per questo che adesso rimpiange l’era della Sip. Ecco la ricetta per abbassare le tariffe: «Statalizzazione della dorsale telefonica, con il suo riacquisto a prezzo di costo da Telecom Italia e l’impegno da parte dello Stato di fornire gli stessi servizi a prezzi competitivi ad ogni operatore telefonico...». Imprenditori a perdere.
SVUOTA IL PALAZZO
«Devono andare a casa tutti». Perché la Costituzione non è applicata.

I partiti si sono sostituiti alla volontà popolare e sottratti al suo controllo e giudizio - ripete frate Beppe. Il guaio è che il concetto di questi tempi comincia a farsi largo non soltanto tra i suoi discepoli. Troppo. E persino «Morfeo» Napolitano, così Grillo sfotte il presidente, stavolta gli ha spento il computer.

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