Medici senza frontiere ha presentato un rapporto sulla presenza di certe notizie sui nostri media. Un mese di colera nello Zimbabwe, con la fuga di centinaia di migliaia di persone sottoposte a ogni violenza, ha meritato 12 citazioni nei telegiornali Rai e Mediaset, mentre l'estate di Briatore ne ha ottenute 33: poi ci sono le altre stagioni. Un anno di guerra e siccità in Etiopia ha meritato 6 citazioni, Carla Bruni ne ha ottenute 208. Eccetera. Si potrebbe obiettare che lo sport e le previsioni del tempo hanno ancora più citazioni, ma sarebbe poco serio. Il problema non solo esiste, ma è il più importante che ormai riguardi l’informazione: i nostri telegiornali, che dovrebbero attenersi a fatti di pubblico interesse, stanno lasciando che a stabilire i confini di questo interesse sia solo il pubblico. I notiziari in senso stretto cedono perciò il passo a infotainment, entertainment e tell-stories, sicché al netto delle idiozie gossipare e degli omicidi seriali (un omicidio in teoria dovrebbe valere l'altro) a giustificare una notizia è sempre più la presenza di un'immagine, di un video, di un particolare che suggestioni anziché informare.
Mi chiedo se non sarebbe un bene vietare per legge, durante i telegiornali tra loro in concorrenza, le rilevazioni degli ascolti: dagli spot immediatamente precedenti ai successivi, così da non rilevare neanche il «traino» che un tg possa rivelarsi. È un'ottima idea. Non si farà mai.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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