«Sono violinista diplomato e dirigo un coro Gospel da trent'anni. Competenze che porto in scena. Durante lo spettacolo accadrà di tutto, sicuramente coinvolgerò il pubblico». Vincenzo Schettini, anni 47, grazie alla sua trasmissione di successo su RaiDue «La Fisica dell'amore» e i suoi show - in questo momento il prof più famoso d'Italia (e probabilmente più amato) - raggiunto al telefono alle ore 7,30 del mattino, è un fiume in piena. Un'energia inesauribile quando si parla della sua creatura teatrale, «La Fisica che piace», spettacolo che, dopo essere stato al Manzoni, a Milano riappare domani agli Arcimboldi (dalle ore 21): «Un teatro che contiene oltre duemila spettatori, sarà pieno, non ci credo ancora», esclama in linea, con tono stupito e con entusiasmo giovanile, neanche fosse uno dei suoi allievi di scuola.
«Sono felicissimo di vivere questa situazione che è cresciuta come un bambino. Sudenti e gentiori oggi mi dicono sei un riferimento per noi - afferma - Come è nato tutto questo? Mentre ero ospite a Ciao maschio trasmissione condotta da Nunzia De Girolamo, mentre parlavo con un'autrice». Risultato: «una visione», un format assai coraggioso nella televisione di oggi e negli eventi sulla piazza. «Ora non posso svelare se giovedì ci saranno ospiti, di certo chiamerò persone sul palco - anticipa - Come in tv, farò lezione». Tra i personaggi invitati a La Fisica dell'amore a parlare di argomenti come la «legge della termodinamica» e affini («tutti arrivano un po' impauriti», racconta il conduttore), da Piero Chiambretti a Patty Pravo. «Ho trovato particolarmente preparato - rivela - Filippo Magnini (ex nuotatore, ndr)». Altri invece, davanti alla lavagna tremano un po'; «Elettra Lamborghini è rimasta affascinata dalla materia - prosegue - Fiorella Mannoia l'ho trovata particolarmente connessa al senso della trasmissione, quello di mandare messaggi molto forti alle nuove generazioni». Come non perdere l'occasione di diventare «grandi» attraverso la cultura. E i messaggi restano, ovviamente, anche nel corso delle pièce del docente che è sbarcato sui palcoscenici, col suo «one man show» scientifico, per tutti, dall'infanzia agli 80 anni.
E ora, «La Fisica che ci piace», che va avanti sulle scene. «Il titolo dice tutto - aggiunge - C'è la parte educativo-didattica della lezione dal palco e c'è la parte creativa, spettacolare dello spettacolo, dove emerge anche la mia parte musicale. A un certo punto si parla del suono e io faccio un grande esperimento con il pubblico». Già, proprio così.
Dulcis in fundo i progetti: «Da pochi giorni sono usciti dei laboratori per bambini che ho realizzato. Una cosa che ho deciso di fare osservando chi viene a vedermi nei teatri: nella platee ci sono tanti, tanti bambini».
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