Quant'è chArmani la moda

di Lucia Serlenga

«Lo charme di una donna è fatto di piccole trasgressioni, purché moderne». Parole di Armani che da ieri è autore di un neologismo: «Charmani», la crasi fra charme - termine francese che deriva dal latino carmen ovvero formula d'incantesimo - e un punto di vista creativo incastonato fra due concetti, rigore e libertà. Re Giorgio, dopo aver incassato l'ovazione di una platea beatificata dalla gentile leggerezza della sua sfilata, chiarisce meglio il suo lavoro. «È molto difficile uscire dai propri consolidati binari, c'è sempre il rischio di scontentare qualcuno nel tentativo di accontentare tutti. Io per rinnovarmi mi sono liberato di certi cliché» aggiunge con la sicurezza di chi ha brillantemente superato l'esame di una sfilata fra le più attese della Milano Fashion Week. Dimostrando, fra l'altro, di aver trovato il perfetto svolgimento di un esercizio molto complesso: perdere il proprio dna, ritrovarlo, riperderlo per poterlo ancora ritrovare. E vincere con un carico di eleganza raccolto in quel piglio aggraziato delle ragazze di oggi capaci di scoprire le gambe con piccole gonne pareo o pantaloncini che sembrano bermuda-sarouel senza sentirsi a disagio.

C'è la grazia del gesto a colmare ogni intraprendenza: lo scialle in tessuti aerei con frange e intrecci poggia sulle spalle come la velatura di un dipinto di Raffaello ma fa venire in mente una superba collezione che Armani aveva dedicato a un celebre ritratto di Donna Florio dipinto da Boldini. Uno spirito vagamente etnico ma decisamente metropolitano aleggia sulle stampe fuse che sembrano passate sotto un aerografo per impastare bene i blu con i viola, i greige con i rossi. E per le fan della sua mitica giacca ci sono spettacolari modelli allungati sul corpo, decostruiti ad arte e impreziositi da tessuti moderni. Un susseguirsi di abiti lunghi e corti, di maniche a palloncino e liquide verticalità persino nelle organze e nelle georgette annuncia la sera. Fra le mani, borsine preziose e rigide, per assecondare il passo sensuale, stivaletti a listini con tacchi alti ma anche slipper piattissime, in testa qualche turbante nello stesso tessuto dell'abito ma spesso una pettinatura ardita. Poi ogni cosa è illuminata di micropaillette e di cristalli per mettere in luce la donna nelle sue sfaccettature più charmani.

NEologismo più che azzeccato, Armani si gode il successo di questo primo appuntamento e pregusta quello che fra pochi giorni lo vedrà a Parigi con la sfilata Emporio in occasione della riapertura della sua boutique totalmente rinnovata di Saint Germain.

Ma l'eco della magia della collezione Giorgio Armani presentata ieri lo precederà perché immenso è l'incanto delle milleluci che tempestano il completo da sera a chiusura della passerella dopo 52 uscite: giacca lunga e destrutturata su pantaloni fluidi, una sorta di cielo scuro su cui si addensa uno sciame meteoritico.

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