Il club è un'istituzione tipicamente britannica esportata in tutto il mondo per identificare un gruppo di persone accomunate da un certo censo, da uno sport o da una particolare passione. Non potevano quindi mancare gli owners club riservati ai proprietari di automobili di una certa marca, normalmente ricca di storia, su strada e in pista, e quasi sempre esclusiva, elitaria come si conviene per un circolo inglese.
Per fortuna, questa voglia di associarsi che scaturisce dalla passione per un marchio o per un singolo modello di auto, si è allargata, con il trascorrere degli anni dell'evoluzione automobilistica, anche a brand generalisti e a vetture popolari, ma sono sempre i blasoni gli unici capaci di creare eventi di portata mondiale che raggiungono il loro apice quando ci sono anniversari da celebrare.
Risale ad appena una settimana fa il sontuoso weekend dedicato al secolo di vita di Aston Martin, il brand che da 50 anni rifornisce il garage di James Bond, che recentemente è passato sotto il controllo dell'imprenditore italiano Andrea Bonomi e pochi giorni fa ha raggiunto con Mercedes-Benz e Amg un accordo per la fornitura di tecnologie e motori che mette al sicuro il futuro.
Ma torniamo al passato. Per festeggiare le cento candeline la casa di Gaydon, insieme ai suoi club ufficiali, ha schierato 550 vetture (valore complessivo stimato 1,3 miliardi di euro), di ieri e di oggi, nei lussureggianti Kensington Gardens londinesi dopo aver ottenuto il benestare dalla Royal House in quanto i giardini sono sotto il controllo reale. Sono stati 50mila i comuni mortali accorsi al parco per ammirare questi capolavori a quattro ruote riuniti in un evento difficilmente ripetibile, ma per i proprietari il programma si è prolungato nel centro produttivo di Gaydon, nel Warwickshire, con un tè insieme ai designer e una cena allestita lungo la linea di montaggio.
Aston Martin, grazie anche all'agente 007, ha una grande notorietà, ma a Lamborghini, per raggiungerne una sicuramente più diffusa, come testimoniano le periodiche ricerche di mercato fatte sui brand a livello mondiale, è stato sufficiente mezzo secolo. Cade infatti quest'anno il 50° anniversario della fondazione di Automobili Lamborghini, la casa del Toro di Sant'Agata Bolognese alla quale diede vita, nel maggio del 1963, Ferruccio Lamborghini per trasformare in realtà il sogno di realizzare l'auto perfetta, una sfida aperta, lanciata da lui, costruttore di trattori, a Enzo Ferrari, il Drake della non lontana Maranello. Ci riuscì, il grande Ferruccio, a coronare il suo sogno, con la leggendaria Miura, poi arrivarono le crisi petrolifere, le prime fughe dalle supercar che si stanno ripetendo oggi per altri motivi, e il sogno venne strangolato avviando la casa a un lento declino da cui si è risollevata a partire dal '98 dopo essere stata rilevata da Audi Ag per esaudire un desiderio dello zar del gruppo Volkswagen, Ferdinand Piëch. Con la regia tedesca sono arrivati straordinari risultati di vendita e una vera gamma di esclusive supercar che, insieme a gloriosi modelli del passato, sono quest'anno protagoniste di un intenso programma di celebrazioni del 50°anniversario che ha avuto il suo clou in un Giro d'Italia, una irripetibile parata lungo la Penisola di oltre 300 Lamborghini.
Con l'arrivo dell'estate, ogni anno, il confronto tra il Toro e il Cavallino della Ferrari si sposta in California, a Pebble Beach, località da sogno incastonata tra Carmel e Monterey, dove per giorni, a metà agosto, si susseguono concorsi d'eleganza vintage, presentazione di fuoriserie di oggi e aste da capogiro che a Pebble Beach sono arrivate a battere vetture storiche per oltre 113 milioni di dollari in un weekend.
Qui, i bolidi della Ferrari raggiungono quotazioni stratosferiche, come le Bugatti e le Mercedes-Benz o i rari esemplari della scomparsa Duesenberg, costruiti in Usa ma chiaramente ispirati dai poderosi modelli con la stella degli Anni '30.
Nel 2013 ricorre un altro importante anniversario vissuto intensamente oltreoceano: i 60 anni di Corvette, un marchio all'interno del marchio Chevrolet, che continua a siglare vetture che sono un concentrato di potenza e di stile che trae ancora ispirazione - anche quella di Corvette è una storia di passioni - dal design del leggendario Harry Earl. Gli owner club sono realtà alle quali le case tengono moltissimo perché consolidano la fedeltà alla marca, ma anche i fan, quelli che certe auto a volte possono solo sognarle, meritano attenzione.
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