Frabrizio de' Marinis
Primeggia il «modello Veneto» tra le grandi aree turistiche europee, soprattutto, per afflussi internazionali. Superata per numero di arrivi anche la Costa Azzurra, con la regione Provenza-Alpi. Mentre, per capacità di offerta e ricchezza di proposte, contende il primo posto all'Île de France, che in pratica vuole dire Parigi. Il Veneto, insomma, ha battuto un nuovo record storico, sia per il numero di turisti che vi hanno soggiornato, sia per i pernottamenti totalizzati. Lo scorso anno ha visto 17,9 milioni di arrivi (+3,5% sul 2015) e 65,4 milioni di presenze (+3,4%), cifre mai raggiunte prima.
Un'offerta turistica variegata, vero motore economico della Regione, che l'anno passato ha generato una ricchezza di 17 miliardi di euro. Una fetta importante degli oltre 36 miliardi spesi dai turisti internazionali in Italia. Interessanti poi i risultati elaborati dalla ricerca CisetCà Foscari e Banca d'Italia - presentati, qualche giorno fa, a Venezia, durante la conferenza «L'Italia e il turismo internazionale». In base alle elaborazioni effettuate, il Veneto lo scorso anno ha avuto 5,6 miliardi di entrate, del fatturato regionale di settore, solamente dal turismo internazionale con una crescita del 6% e una quota sul totale nazionale, che sale al 15,3% (contro il 14,8% del 2015).
«Buone le performance nei diversi comparti dell'offerta turistica regionale - spiega Mara Manente, direttore del Ciset (Centro Internazionale di Studi sull'Economia Turistica) - in aumento le spese per le vacanze culturali e per quelle legate alla natura, allo sport e all'enogastronomia. Crescono i mercati di lingua tedesca (Germania +11,7% e Austria +5,6%) e, tra gli extraeuropei, aumentano quello statunitense e quello indiano, recupera il mercato cinese e dà segni di risveglio anche quello russo».
Importanti risultati sulla scena europea.
«Un modello virtuoso vincente - spiega Federico Caner, assessore al Turismo, commercio estero e internazionalizzazione della Regione Veneto che ci sta regalando anni da record, perché in grado di coniugare, con la proposta più tradizionale, realtà ricche di beni naturali e paesaggistici, borghi storici, città murate e ville venete, laghi, mare, montagne e terme. Ma anche un'offerta che propone sport di pregio, cicloturismo, itinerari spirituali, turismo congressuale, ittiturismo, il tutto arricchito dai sapori della nostra cultura enogastronomica. C'è poi il grande patrimonio culturale di città come Padova, Treviso, Verona, Vicenza, Mantova e di tutti i centri veneti, ricchi di tradizioni millenarie. Coniughiamo insieme tutti i settori e le eccellenze del territorio in un'offerta unica, varia e molteplice».
Le località balneari hanno attratto meno italiani e, viceversa, un numero crescente di turisti d'oltralpe: i tedeschi (+3,7%), che scelgono le nostre spiagge per trascorrere solitamente vacanze abbastanza lunghe (circa otto notti), e gli austriaci, che a destinazione spendono più della media. Presenze cresciute in modo sostenuto dovunque.
Record poi per le città d'arte, le cui strutture ricettive hanno accolto, nel 2016, quasi 10 milioni di turisti per oltre 20 milioni di pernottamenti. Tra gli appassionati di cultura, al primo posto i nostri connazionali, seguiti dagli americani, oggi di nuovo al secondo posto, dopo averlo ceduto ai cinesi per il solo anno dell'Expo. Anche il lago ha superato il record di arrivi, grazie soprattutto ai forti incrementi dei clienti più affezionati, tedeschi, italiani e olandesi. Non da meno le realtà termali e la montagna.
«Numeri importanti, influenzati anche dalla chiusura di altri mercati per via della crisi bellica spiega Marco Michielli, presidente Federalberghi Veneto - ma non dormiamo sugli
allori. Occorre fidelizzare con politiche illuminate i nuovi arrivi. Realizzare infrastrutture efficienti e funzionali, arricchire la capacità d'accoglienza, coniugando tutte le ricchezze culturali della nostra regione».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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