Nel pomeriggio, la regista Elisabetta Sgarbi ha raccontato la genesi del film L'isola degli idealisti, tratto da un romanzo di Giorgio Scerbanenco, in concorso alla Festa del cinema di Roma. Sgarbi: «Anni fa la figlia di Scerbanenco, Cecilia, con il suo agente Nicola Zini, venne alla Nave di Teseo in cerca di un editore che si prendesse cura dell'opera omnia del padre. Con Eugenio Lio, ho subito accolto la proposta. Il primo titolo sarebbe stato un inedito: L'Isola degli idealisti. L'abbiamo pubblicato nel 2018. Non aveva come protagonista Duca Lamberti, tanto amato dai lettori. Era un'opera classificata, non so se in modo corretto, come un'opera più rosa che noir. Poi ce ne siamo innamorati, io ed Eugenio, e abbiamo deciso di trarne una sceneggiatura». L'aspetto linguistico è fondamentale. Ancora Sgarbi: «È la lingua del romanzo, una lingua letteraria. L'abbiamo voluta esattamente in questo modo. Gli attori sono stati perfetti». Renato Carpentieri, splendido padre di famiglia nella storia: «Non c'è niente di cerebrale. Da un certo punto abbiamo recitato con naturalezza». E dove si parla di profondità linguistica, non può mancare Tommaso Ragno, protagonista al maschile: «La nostra lingua, l'italiano, non nasce per strada, è una lingua letteraria. Anche per questo mi è piaciuta la sceneggiatura.
È scritta in italiano, un italiano vero, non quell'italiano odioso che sembra una traduzione dall'inglese». Elena Radonicich, protagonista al femminile: «La lingua non è stata un problema. Anche perché c'era sintonia con Elisabetta e mi è sembrato, mentre giravamo, di vivere in una sua fantasia».
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