Rodin, il genio che scolpiva l’inconscio

A Legnano la più ampia esposizione mai prodotta in Italia. Tra le opere, celebri capolavori come il "Bacio" e il "Pensatore"

Rodin, il genio che scolpiva l’inconscio

«Il corpo è un calco su cui si imprimono le passioni», amava affermare Auguste Rodin, lo «scultore dell’impressionismo» che dedicò la vita al tentativo di dar forma ai moti interiori. Una ricerca che mai lo appagò fino in fondo pur essendo, a sua insaputa, uno dei più straordinari innovatori della «quarta arte», certamente colui che meglio incarnò, alla fine dell’Ottocento, lo spartiaque tra scultura classica e moderna. A lui è dedicata un’importante antologica che si inaugura sabato a Legnano nelle stanze del Palazzo Leone da Perego, probabilmente la più ampia che sia mai stata dedicata in Italia al maestro francese che esasperò e stravolse il «non finito» michelangiolesco. L’esposizione, che raccoglie 120 opere tra sculture, disegni e dipinti inediti, è il frutto di un sodalizio tra la Città di Legnano e il Musée Rodin di Parigi, la villa settecentesca di rue de Varenne 77 che ancora oggi rappresenta un luogo di culto per scultori e intenditori di tutto il mondo. In mostra alcuni capolavori memorabili come il Giovanni Battista, il Pensatore, il Bacio, le Grandi Ombre, oltre ad opere che contraddistinsero gli anni della formazione di Rodin fino al grandioso progetto della Porta dell'Inferno. Che fu la sua grande incompiuta, eppure la sua «opera omnia», una sorta di testamento artistico che oggi troneggia, con i suoi quattro metri e mezzo di bassorilievi ispirati alla Divina Commedia, nel giardino delle meraviglie che circonda il museo dell’Invalides. E da cui, ovviamente, provengono il celeberrimo «Pensatore» e il «Bacio» nella loro versione originale, quella in gesso. Precisazione non irrilevante e che testimonia il carattere scientifico di una mostra costruita a tavolino e stavolta non in formato «blockbuster». «È stato proprio il rigore del progetto a garantirci la co-produzione del Museo francese» sottolinea con una punta d’orgoglio Flavio Arensi, ideatore della mostra e direttore di SALe - Spazi d'Arte Legnano. La prima versione del «Pensatore», opera entrata nell'immaginario collettivo come icona dell'attività intellettuale, era stata concepita in formato ridotto per la Porta dell’Inferno, raffigurante Dante davanti alle porte dell'Ade. L’esposizione però comprende anche una delle copie monumentali fuse nel 1902. Del «bacio», invece, è presente solo la versione originale, ovvero il gesso alto 85 centimetri. Rodin non amava quell’opera, che pure sarebbe diventata una delle sue più famose e che gli avrebbe attribuito la nomea di scultore erotico.

Liquidò infatti la scultura ispirata a Paolo e Francesca e ideata per la Porta, come «banale e stucchevole». Ma forse c’era qualcos’altro. Ad esempio un’inconscia rappresentazione della sua storia tormentata con la compagna di vita e modella Camille Claudel. Due corpi abbracciati ma destinati, dolorosamente, a dividersi.

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