Roma - Tornano gli Anni Settanta sul tappeto rosso del Festival internazionale del cinema. I manifestanti - circa 1.500 secondo alcune stime - con fischietti, slogan e cartelli, dopo aver percorso il tappeto rosso si sono seduti proprio davanti all’ingresso della sala Santa Cecilia dove tra poco con Last night comincerà la rassegna. A nome di tutti lo sceneggiatore Stefano Rulli ha invitato più volte alla calma spiegando che "stare qui è una vittoria ma questo spazio va gestito democraticamente". In più occasioni è stato ribadito di essere più possibile pacifici. Nel frattempo, però, in maniera cautelativa per l’ordine pubblico decine di agenti in assetto antisommossa hanno circondato da dietro la cavea dell’Auditorium.
Rulli, Sorrentino e Castellitto Lo spazio sarà occupato con interventi di chi vorrà parlare per tutta la durate del film, ha spiegato Rulli, annunciando che fuori, ma anche dentro la sala, il presidente della giuria internazionale, Sergio Castellitto, leggerà il documento del movimento Tutti a casa che da giorni sta protestando contro i tagli alla cultura. Con il red carpet fisicamente occupato da autori, sceneggiatori e maestranze dello spettacolo - tra loro Ettore Scola, Mimmo Calopresti, Paolo Sorrentino - si lascerà solo un piccolo spazio per il passaggio degli ospiti della serata, a cominciare dalla giuria internazionale guidata da Castellitto che "ha voluto condividere con noi questo momento di protesta", ha ribadito Rulli. Per evitare coinvolgimenti nella manifestazione, gran parte degli invitati che avrebbero dovuto attraversare il red carpet stanno in realtà raggiungendo la sala da altri ingressi dell’Auditorium, come per una normale occasione e non per l’apertura di gala del Festival.
Bondi: "Protesta ingiustificata" "La protesta di oggi ingiustificata nella forma e negli argomenti, soprattutto dopo gli impegni presi dal governo, mostra il grado di faziosità e di intolleranza da parte di persone e gruppi che agiscono in nome della cultura, ma con la quale non hanno nulla a che fare. La vera cultura per fortuna è un'altra cosa: e ad essa continuerò ad ispirare la mia azione senza farmi intimidire da queste sgangherate manifestazioni politiche". Lo dichiara il ministro per i Beni culturali, Sandro Bondi.
"Non potrei - dice - concepire la mia vita e il mio impegno politico senza l’amore per la cultura e per le idee. Come ministro della cultura ho speso tutte le mie energie per non far mancare le risorse necessarie pur in un momento di crisi drammatica".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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