Apre un buco sul solaio per occupare la casa popolare: "Non volevo dare nell'occhio"

L'uomo, un cittadino polacco di 56 anni è stato denunciato in stato di libertà. Probabilmente aveva ricevuto una soffiata sull'appartamento da occupare

Apre un buco sul solaio per occupare la casa popolare: "Non volevo dare nell'occhio"

A dare l’allarme è stato uno degli inquilini, insospettito dagli strani rumori provenienti dal terrazzo. Quando i vigili urbani sono arrivati all’ultimo piano del palazzo di edilizia popolare di via Ostuni, nel quartiere Casilino, a Roma, hanno trovato un 56enne polacco intento a scavare un buco sul tetto dello stabile per introdursi all’interno di una delle case popolari. L’appartamento sarebbe stato lasciato vuoto dal legittimo assegnatario, deceduto lo scorso 11 marzo. E così l’uomo, forse in seguito ad una soffiata, avrebbe deciso di occuparlo abusivamente. Ma invece di sfondare la porta ha preferito, per evitare di dare troppo nell’occhio, aprire un varco nel soffitto da cui calarsi e prendere possesso dell’immobile cambiando la serratura dall’interno.

"È la prima volta che vediamo una scena di questo tipo, di solito questo metodo è utilizzato per i furti nei negozi o nelle gioiellerie", spiega al Giornale.it Marco Milani, segretario aggiunto del SULPL (Sindacato Unitario Lavoratori Polizia Locale) di Roma. L’aspirante ladro di case è stato trovato in possesso di "arnesi da scasso, smerigliatrice e dieci metri di cavo elettrico". Quando i caschi bianchi gli hanno chiesto spiegazioni non ha fatto altro che ammettere le sue responsabilità, spiegando di aver scelto di introdursi dal terrazzo per "non provocare sospetti nei vicini". Gli agenti del V gruppo Casilino hanno denunciato in stato di libertà il 56enne polacco e sequestrato il materiale da scasso.

Il sospetto, però, è che dietro il gesto dell’uomo possa esserci una rete più ampia. "Sicuramente è andato a colpo sicuro – spiega il sindacalista al telefono –, sapeva che il legittimo assegnatario dell’appartamento non avrebbe potuto rivendicarlo e per questo aveva puntato proprio quell’abitazione. Insomma, l'idea è che possa esserci stata una soffiata da parte di qualcuno”. "Allo stesso tempo, però – sottolinea ancora Milani – il fatto che abbia scelto questo metodo alternativo potrebbe far pensare, al contrario, ad una volontà da parte dell’uomo di voler scavalcare chi gestisce il racket, altrimenti avrebbe sfondato la porta, come fanno tutti in questi casi".

Quello delle occupazioni abusive nella Capitale ha assunto i contorni di una vera e propria emergenza sociale, soprattutto nei quartieri popolari. Le effrazioni non sono soltanto prerogativa dei collettivi organizzati, ma anche di singoli che approfittano dell’assenza dei proprietari o assegnatari per appropriarsi degli immobili.

Emblematico il caso di Ennio Di Lalla, l’anziano che lo scorso novembre si è ritrovato sfrattato per oltre venti giorni da un gruppo di nomadi che, proprio in seguito all’allontanamento dell’uomo dovuta a motivi di salute, hanno preso possesso della casa, cambiando la serratura e scrivendo i propri nomi all'ingresso dell'appartamento.

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