Dopo le proteste dei giorni scorsi, sfociate in aggressioni verbali e contrapposizioni ideologiche, a Casal Bruciato è tornata la normalità. Ma è una normalità apparente. Nella palazzina popolare di via Sebastiano Satta ancora serpeggia il malumore, con i balconi del comprensorio residenziale listati dalle bandiere tricolore come a voler ribadire il concetto: “La casa prima agli italiani”.
Stavolta, però, la levata di scudi contro l’assegnazione di un alloggio ad una famiglia rom non è servita a dissuadere gli assegnatari dal restare. La famiglia Omerovic, che inizialmente aveva annunciato di voler lasciare Casal Bruciato, grazie all’opera di moral suasion esercitata dal Campidoglio e all’incontro avuto con Papa Francesco, sembra intenzionata a rimanere. E infatti oggi pomeriggio è iniziato il trasloco del mobilio che, a causa dei disordini, era rimasto nel campo de La Barbuta.
Ad aiutarli nell’operazione, con gran stupore del quartiere, sarebbe la Cgil che sembra aver messo a disposizione degli Omerovic un furgoncino bianco. Circostanza notata da Fabrizio Montanini, coordinatore dei comitati di zona, che monitora da giorni la situazione. “Vi ricordate di quando i sindacati davano l’anima per i diritti dei lavoratori italiani? – scrive polemico Montanini su Facebook allegando lo scatto del furogne bianco – Oggi spendono il proprio tempo e le proprie risorse occupandosi di traslochi”.
“La dignità dei cittadini italiani che attendono la casa popolare da venti anni – conclude – è sempre più calpestata”.Sempre Montanini, ieri, utilizzando un’applicazione per smartphone, aveva scoperto che la Lancia Lybra del capofamiglia rom, poi rimossa dai vigli urbani, aveva l’assicurazione scaduta.
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