Le operazioni di rimozione sarebbero dovute iniziare la scorsa estate. Ma il relitto della motonave Tiber II è ancora arenato sulla banchina del fiume all’altezza del lungotevere della Vittoria. Il barcone arrugginito lungo 37 metri è visibile persino dai satelliti di Google. A denunciarlo è Laura Corrotti, consigliera regionale della Lega.
"Uno spettacolo indecoroso per turisti e residenti", commenta la leghista che lo scorso aprile presentò un’interrogazione per chiedere al presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, di "rimuovere l’imbarcazione arenata sulla banchina".
A dire il vero, negli anni, il "Titanic" romano è stato al centro di una lunga serie di esposti e denunce da parte di residenti e comitati. Ma dal 2008, l’anno in cui il barcone si è schiantato su Ponte Sant’Angelo dopo la rottura degli ormeggi a seguito di una piena del fiume, la nave non si è mossa di un millimetro. E nel frattempo il relitto, che in pancia, secondo alcuni, potrebbe avere ancora del materiale infiammabile, è diventato la casa di alcuni senza fissa dimora.
Uno di loro, in particolare, come avevamo documentato in diversi servizi, sostiene di essere il custode dell’imbarcazione. Avvicinarsi è praticamente impossibile, perché a guardia del relitto ci sono dei grossi cani. La Tiber II, confermava anche la consigliera nell’interrogazione al governatore del Lazio, "risulta da tempo occupata abusivamente".
"Facilmente individuabile per le sue dimensioni, - osserva - si vede anche dalle immagini satellitari ed è oggi deleteria per la salute del territorio e del fiume, oltre alla sicurezza pubblica e del decoro urbano". "Possibile - incalza - che non lo veda Zingaretti?".
Nel documento si evince come proprio alla Regione Lazio siano demandati i "compiti di gestione, regolamentazione dell’utilizzo, dei controlli e protezione delle acque" e la responsabilità "degli interventi per la riqualificazione, pulizia e bonifica delle aree golenali del tratto del fiume Tevere". Eppure finora non è stato mosso un dito. Secondo Cristiana Avenali, capo dell'ufficio di scopo sui contratti di fiume a via Cristoforo Colombo, alla base dei ritardi nell’iter per la rimozione ci sarebbe la mancata classificazione del relitto, che doveva essere fatta dalla Capitaneria.
"Anche dal punto di vista amministrativo – ha detto a Roma Today - non è ancora possibile stabilire con certezza il proprietario dell'imbarcazione".
Si starebbe procedendo con i piedi di piombo, quindi, anche per evitare azioni legali e ricorsi. La speranza, insomma, resta quella di rimuovere la carcassa del battello il prima possibile. Ma la data della bonifica sembra essere ancora lontana.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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