Gian Marco Chiocci - Massimo Malpica
Roma - Ruby Rubacuori, ancora minorenne, in uno dei suoi primi interrogatori racconta ai pm di aver fatto sesso con la stella del Real Madrid Cristiano Ronaldo. Fa il suo nome e non solo, perché aggiunge dettagli. Dice di averlo conosciuto la notte tra 29 e 30 dicembre 2009 alla discoteca Hollywood di Milano, di essersi scambiata con il calciatore i numeri di cellulare. Di averlo rivisto a cena qualche sera dopo, e di esserci finita a letto in un hotel di lusso, a Milano, alla fine di gennaio. Una notte passata «in una suite, al quinto piano», per poi scoprire che lui se n’era andato, lasciandole un biglietto, piuttosto scortese («Spero che quando torno non ti trovo nella stanza»), e 4mila euro in contanti. E non è finita qui.
Ruby a verbale spiega di aver incontrato ancora il campione portoghese, per caso, un paio di settimane dopo alla discoteca The Club , e di averci pubblicamente litigato, lanciandogli addosso un bicchiere di champagne insieme ai soldi della «nottata» in banconote da 500 euro. Una scenata che avrà dato nell’occhio. E che, come racconta ancora Ruby ai magistrati milanesi, avrebbe colpito lo stesso Ronaldo. Tanto che, a giugno scorso, quando i due si incontrano per caso ancora una volta (davanti al ristorante Ibiza di corso Garibaldi, sempre a Milano), lui le chiede scusa: «Pensavo fossi una ragazza come tutte le altre, che cercassi da me soltanto soldi». E alle parole, giura Ruby, Cristiano Ronaldo fa seguire i fatti, accompagnandola per farsi perdonare in comunità, dove «anche le suore lo hanno visto e si sono incuriosite», conclude la ragazza marocchina.
L’episodio, racconta Repubblica , è nei verbali. Quegli stessi verbali nel quali, come è noto, Ruby non dice mai di aver fatto sesso con Berlusconi. Eppure il premier, per l’accusa di prostituzione minorile (oltre che per concussione) è stato rinviato a giudizio con rito immediato, anche se la presunta vittima non conferma. Mentre «i magistrati - spiega il quotidiano diretto da Ezio Mauro - non hanno potuto controllare » il racconto di Ruby che riguarderebbe il calciatore portoghese. Detto che, ovviamente, le pesanti accuse della ragazza sono tutte da dimostrare, riesce difficile comprendere l’assenza di qualsiasi riscontro da parte degli inquirenti alla storia, vera o falsa che sia, messa nero su bianco dalla ragazza. Soprattutto considerando con quanto zelo, invece, si sono sostenute le accuse nei confronti del primo ministro anche se in mancanza di dichiarazioni così esplicite.
Si attendeva la «pistola fumante » della procura, nascosta chissà dove tra le pieghe dei verbali o degli atti dell’indagine. Ma molte delle «rivelazioni» finiscono per ottenere l’effetto contrario, aggiungendo confusione al quadro complessivo delle accuse. Per esempio, c’è un dettaglio, collegato all’ipotesi di concussione, che due giorni fa è stato rivelato dal Fatto Quotidiano , giornale non certo vicino al premier, e che getta una luce diversa sui fatti della notte di maggio alla questura di Milano, quella della telefonata di Berlusconi per liberare la «nipote di Mubarak ». E il dettaglio riguarda proprio quella panzana, che era stata attribuita al premier da diverse parti. Anche da Ruby, in uno dei suoi verbali, anche se quando è stata sentita per le indagini difensive, la ragazza ha sostenuto che l’idea di fingersi nipote del rais egiziano era stata sua.
Ebbene, il Fatto è andato a raccogliere i ricordi di Ester Fragata, una donna messinese che a Ruby aveva dato un lavoro due anni fa. Il rapporto tra le due è finito con una doppia denuncia (accusata di furto la marocchina, di induzione alla prostituzione la siciliana), ma tra le cose che la signora Fragata racconta ce n’è una decisamente rilevante: «(Ruby, ndr ) mi raccontò già allora di essere la nipote di Mubarak, in presenza di un mio amico, l’architetto Di Bernardo». Toh, ecco dunque che più di un anno prima che le strade di Ruby e di Berlusconi si incrociassero (perché la «prima volta » ad Arcore di Ruby, secondo la procura, è a febbraio del 2010), la «falsa parentela» era già nel campionario della ragazza.
E quanto ai risvolti giudiziari della doppia denuncia di Messina, a far luce dovrebbe provvedere il processo, che si aprirà mercoledì prossimo.
Ruby, nella sua controdenuncia, oltre ad accusare la titolare del centro benessere di induzione alla prostituzione, cita anche un amico della donna, che avrebbe tentato di coinvolgerla in un gioco a luci rosse con dei dadi le cui facce suggerivano gli atti sessuali da compiere. Lei si sarebbe rifiutata. Ma l’uomo, allo stato, nonostante le parole di Ruby, non è nemmeno indagato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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