Sakineh, Frattini: "La lapidazione non è decisa"

Bernard-Henri Levy: "Rischia di essere lapidata venerdì prossimo, di sera, alla fine del Ramadan". Il figlio 22enne: "Capiscono solo i rapporti di forza". La Carfagna: "Non ci lasceremo intimidire". Frattini: "Non è deciso, avute rassicurazioni"

Sakineh, Frattini: "La lapidazione non è decisa"

Teheran - "Sakineh rischia di essere lapidata venerdì prossimo, di sera, alla fine del Ramadan". A denunciare l'imminente esecuzione è stato, da Parig,i il filosofo Bernard-Henri Levy nel corso di una conferenza stampa dell’ex avvocato della detenuta, Mohammad Mostafei.

Ma Frattini: "Abbiamo avuto rasicurazioni" "Già l’altro ieri abbiamo fatto un passo a Teheran in coordinamento con la presidenza belga dell’Ue: il nostro ambasciatore ha incontrato le autorità iraniane che ci hanno riferito che nessuna decisione è stata ancora presa" spiega il ministro degli Esteri Franco Frattini commentando la notizia su una possibile lapidazione di Sakineh già venerdì prossimo, alla fine del Ramadan. Il ministro ha spiegato di "interpretare" le assicurazioni delle autorità iraniane "come una riflessione in corso. Non è un mistero - dice Frattini - che in Iran c’è un dibattito" alimentato da chi si chiede "se convenga all’interesse nazionale iraniano essere isolati come Paese". Il titolare della Farnesina ha comunque ribadito che la via da seguire deve rimanere quella "diplomatica", senza "interferenze" di altro tipo: "Sarebbe la dimostrazione per l’Iran che lo consideriamo uno Stato sovrano e libero".

Il figlio: "Servono altri passi" "Grazie Italia, grazie di cuore a tutti quelli che si sono mobilitati. Ma serve di più, perchè qui capiscono soltanto i rapporti di forza", ha detto al telefono all’Ansa Sajjad Mohammadi Ashtiani, 22 anni, figlio di Sakineh. "Le dichiarazioni del governo italiano sono importanti - ha continuato parlando al cellulare da Tabriz - ma servono passi più formali, solenni, come la convocazione dell’ambasciatore a Roma. Penso anche al rafforzamento delle sanzioni, l’unico linguaggio che capiscono a Teheran".

La Carfagna: "Non ci lasceremo intimidire" "Il governo fa suo questo nuovo appello del figlio di Sakineh: noi non ci lasceremo intimidire": lo dice all'ANSA il ministro per le Pari Opportunità, Mara Carfagna, commentando le dichiarazioni di oggi di Sajjad Mohammadi Ashtiani. "L'Italia e gli italiani - afferma il ministro - sono dalla parte della vita e dei diritti umani, non possono tollerare che questi vengano calpestati in alcun luogo del mondo e che, di conseguenza, una donna possa essere lapidata. Per questa ragione il ministro degli Esteri Franco Frattini ha chiesto, a nome del governo e pur nel rispetto della sovranità iraniana, un gesto di clemenza per Sakineh. Un gesto che non chiediamo soltanto noi, ma l'intero Paese".

"L'iniziativa di esporre la gigantografia 'Per la vita di Sakineh', che abbiamo voluto per primi al ministero per le Pari Opportunità allo scopo di tenere accesi i riflettori e sensibilizzare l'opinione pubblica - aggiunge Carfagna - ormai campeggia sulle sedi di decine di Comuni, Province e associazioni sparse per l'intero territorio nazionale, di centrodestra come di centrosinistra. Il Paese è unito e sostiene questa causa. Sappiano le autorità iraniane che quel volto resterà sui nostri muri fino a quando Sakineh non avrà salva la vita, non ci lasceremo intimidire".

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