Antonello Mosca
Si apre mercoledì il nuovo Salone Internazionale del Mobile. E lo definiamo nuovo perché la sede di Rho-Pero sta indubbiamente a significare un diverso modo di presentarsi davanti agli occhi del mondo dellimprenditoria e del commercio. La rassegna milanese è certamente quella di maggiore importanza tra tutte le similari anche se forse non è quella più sofisticata e curiosa, ma resta certamente un appuntamento al quale decine e decine di migliaia di operatori, ormai statisticamente divisi in pari parti, non mancheranno dall'Italia e da ogni altro Paese.
Una rassegna a tutto campo, perché facendo eccezione con il settore dell'illuminazione ogni settore merceologico che riguarda l'abitare in spazi domestici e spazi pubblici o di lavoro è rappresentato, anche sotto il profilo tecnologico, con un occhio anche ai giovani e alle scuole di design.
I numeri di superficie quadrata occupata, quello degli espositori e quello dei visitatori parlano chiaro, e mostrano come il Salone sia effettivamente una manifestazione che il prestigio di un lungo passato e il lavoro di giovani che vanno sostituendo dirigenze un poco obsolete possa guardare con piena tranquillità in avanti. Ed occorre ormai considerare come questa Fiera faccia parte integrante della vita sociale, imprenditoriale e culturale della nostra città, e a testimoniarlo sono le ormai centinai di eventi che si svolgono al suo interno proprio in questi giorni di durata della manifestazione maggiore, a dimostrare come si sia ormai verificato e si protrae nel tempo un avvenimento di costume, di pseudocultura, di mondanità che si disperde in mille rivoli ma che in ogni modo fa ricordare il termine «arredo» ad ogni ceto sociale.
Ne rimane coinvolta anche una organizzazione come quella della Triennale, che in periodi come questi accoglie veramente di tutto, forse col fine di giusti profitti ma lasciando cadere un certo rigore istituzionale, dalla solita promozione di Cassina che batte sul povero ferro di Le Corbusier, divenuto sempre più sottile e privo di glamour, a personali di decoratori e progettisti di dubbio valore, a presentazioni di aziende che col vero design nulla hanno a che fare.
E, forse la cosa più giusta, ospita la manifestazione definita culturale dal Salone, quel «Diavolo del Focolare» che vede coinvolti un numero impressionante di attori ed attrici. Una rassegna che certamente avrà successo, per motivi di curiosità e di mondanità più che di sostanza profonda.
Il momento economico nel quale si svolge questo Salone, non privo di luci ed ombre, è illustrato dal dinamico presidente Rosario Messina che sottolinea come nonostante i timori per il 2005 siano confermati, i risultati degli ultimi mesi dell'anno e le aspettative positive per il primo trimestre 2006 fanno essere più ottimisti, ed in effetti molti degli indicatori tornano al positivo o mostrano un significativo miglioramento, segno forse che la congiuntura settoriale è arrivata ad una svolta. In effetti le esportazioni di mobili verso i Paesi extra UE nel mese dello scorso dicembre ha fatto registrare un incremento del 20 per cento rispetto allo stesso mese del 2004, una crescita che non si registrava dal 2000. Aumentano quindi in modo consistente le imprese che si aspettano una crescita di ordini, mentre diminuiscono quelle che prevedono una flessione già a partire dal primo trimestre 2006, ma con una forte accelerazione nel secondo e terzo trimestre.
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