Esistono abitudini, comportamenti e scelte sdoganate nel quotidiano che, in alcune parti del mondo o nel passato, hanno subito la gogna del divieto. Molti patiscono la censura dei governi, come accade attualmente in Cina, dove tanti servizi web sono vietati: un esempio sono WhatsApp e Google.
Sono tante le abitudini che consideriamo naturali, tuttavia completamente bandite in alcuni Paesi. Un esempio che ha attraversato le epoche storie è rappresentato dai pantaloni indossati dalle donne: nella Parigi del 1800 la polizia decise di legiferare una richiesta di autorizzazione. Le donne avrebbero dovuto chiedere il permesso prima di indossare abiti di genere maschile: nonostante i vari tentativi di abrogazione, solo nel 2013 la legge è decaduta definitivamente. Anche l'Italia del periodo fascista non vedeva di buon occhio le donne in abiti maschili e in pantaloni, perché tradivano la femmnilità e il ruolo di madri. Un'eredità che, in alcune parti dello Stivale, è rimasta in vita fino agli anni '80 come legge non scritta.
Negli USA, invece, fino al 1974 le donne non potevano utilizzare le carte di credito: era necessaria la firma del marito o, in sua assenza, ne veniva concessa una con un credito minore. Un divieto pericoloso abolito con l'Equal Credit Opportunity Act, approvato dal Congresso, così da azzerare questo genere di discriminazione legata al sesso, alla razza e alla religione. Sempre in America, in tandem con il Regno Unito, uno degli eventi più amati come il Natale era del tutto vietato. Ovviamente non si parla dei tempi moderni ma del 1659, quando il potere dei Puritani era molto presente e tutte le celebrazioni festive erano considerate peccato oppure orribili riti pagani. Decorazioni, alberi e luci vennero eliminati da strade e abitazioni, in favore di un'interpretazione fedele dei dettami del cristianesimo: il divieto durò però poco, perché la celebrazione natalizia riprese quota in Inghilterra sin dal 1660 e poco dopo in Usa.
La stessa Inghilterra, che ha dato i natali al calcio moderno nel 1857, ha un trascorso di odio e amore nei confronti dell'attività sportiva sin dal 1314, quando Edoardo II d'Inghilterra vietò questo sport considerato troppo caotico e chiassoso. Uno stop che trovò consensi nel tempo fino all'epoca di Riccardo II, perché la pratica dell'epoca era molto più irruenta e violenta e avveniva per strada, con relativi danni a cose e persone.
Cosa hanno in comune Persia, Egitto, Giappone, Francia, Afghanistan e Arabia Saudita? Un divieto davvero singolare nei confronti di uno dei giochi più tranquilli e interessanti di sempre: gli scacchi. Nella Francia del 1254 Luigi IX decise di bandirli perché troppo noiosi, invece nel 2016 il gran muftì Abdulaziz al Sheikh ha emesso una fatwa contro gli scacchi perché cosiderati una perdita di tempo. Mentre i talebani, saliti al potere nel 2001, avevano vietato tutto ciò che poteva indicare libertà e svago come appunto scacchi, musica e riviste.
Ma quello che colpisce di più è un divieto davvero singolare, legato ai popcorn, del tutto osteggiati durante il periodo del film muto.
Nulla di drammatico ma una scelta legata all'estetica dell'epoca, dove sale e interni erano arredati con tessuti e tappeti eleganti e pregiati, quindi sgranocchiare i pocorn avrebbe aumentato sporcizia e rovinato gli arredi. Oggi tutta questa attenzione è decaduta e il cinema è proprio il luogo deputato alla visione dei film in compagnia di una cesta di popcorn da mangiare.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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