La lotta, purtroppo ancora attuale, contro il Covid spesso obnubila la mente e ci fa dimenticare che l'impatto sociale ed economico del virus sarà presente per generazioni. A richiamare l'attenzione su quello che oramai è un dato di fatto, sono due stimati leader nella cura, nella ricerca e nella strategia delle malattie cardiovascolari.
Da una parte vi è Robert M. Califf, capo della politica clinica di Verily Life Sciences and Google Health, ex commissario della Food and Drug Administration degli Stati Uniti e direttore fondatore del Duke Clinical Research Institute; dall'altra Nanette K. Wenger, professoressa di medicina presso la divisione di cardiologia dell'Emory Women's Heart Center e direttrice delle Cardiac Clinics e del laboratorio elettrocardiografico ambulatoriale del Grady Memory Hospital di Atlanta. Entrambi hanno pubblicato articoli esaustivi su"Circulation", la rivista di punta dell'American Heart Association.
Nel suo scritto, Robert M. Califf sollecita un'azione rapida e completa per evitare il drammatico aumento delle condizioni di salute croniche, in particolare le malattie cardiometaboliche, che ci si aspetta a causa del Covid. Alla patologia cardiometabolica sono legate 3 delle prime 10 principali cause di morte negli Stati Uniti, ovvero ictus, diabete di tipo 2 e disturbi cardiovascolari. Secondo lo specialista sono necessari cambiamenti nel sistema sanitario statunitense che includano l'assistenza sanitaria universale e una migliore condivisione dei dati sanitari. La finalità è quella di isitituire protocolli, programmi di prevenzione e di trattamento più efficaci per tutta la società.
Le patologie croniche dovrebbero essere monitorate in tempo reale, mediante dashboard dei dati rapidi simili a quelle utilizzate per tenere traccia dei casi di Covid, dei ricoveri e dei decessi. È essenziale, tuttavia, che tali servizi abbattano gli impatti del razzismo strutturale anche mediante un accesso universale a internet. Ciò si tradurrebbe in programmi di supporto digitale e in visite in telemedicina. Ultima, ma non meno importante, è la proposta di Califf di destinare maggiori risorse a "Operation Warp Evidence". Si tratta di un'infrastruttura di sperimentazione clinica rapida che valuta rischi e benefici delle nuove terapie rispetto a quelle già esistenti per le malattie croniche. Prevenzione, cura ed esiti, in questo modo, migliorerebbero in maniera significativa.
Interessanti anche le argomentazioni proposte nel suo articolo da Nanette K. Wenger, uno dei primi medici a concentrarsi sulla patologia coronarica nelle donne e sulla valutazione dei fattori di rischio cardiovascolari, dei sintomi e delle evidenti differenze che questo disturbo comporta nel sesso femminile e in quello maschile. La specialista, una delle prime donne a laurearsi alla Harvard Medical School, focalizza l'attenzione sulle tre pandemie simultanee vissute dagli Stati Uniti: coronavirus, declino economico e ingiustizia sociale. Il Covid ha amplificato le disparità sociali e sanitarie; milioni di persone hanno perso il lavoro e ogni aspetto della ricerca scientifica e della medicina è stato alterato, tra cui l'assistenza clinica.
Molti miglioramenti ottenuti negli ultimi cinque decenni nella cura delle malattie coronariche acute e dell'ictus sono stati compromessi perché i pazienti si sono messi in auto-quarantena al fine di evitare il pronto soccorso e un possibile contagio. Infine l'ingiustizia sociale si è tradotta nelle morti sproporzionate per coronavirus dei membri delle comunità afroamericane, ispaniche, latine e indiane americane. Secondo Wenger la convergenza di tutti questi problemi e il loro impatto sulle patologie cardiache offre opportunità uniche di trasformazione nella medicina cardiovascolare, nella cura clinica e nella ricerca.
«Dobbiamo rimanere concentrati e flessibili durante questo periodo senza precedenti - afferma Wenger -per massimizzare l'innovazione e per raggiungere l'equità per tutti».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.