Un recente studio ha dimostrato che attraverso la soministrazione di un farmaco già utilizzato per curare l'Alzheimer, se dato prima che il morbo sopraggiunga, potrebbe prevenire la suddetta malattia neurologica
George Bloom, che ha coordinato tutto lo studio di ricerca, fa sapere che:"Sulla base di ciò che abbiamo imparato finora, credo che non saremo mai in grado di curare il morbo di Alzheimer trattando i pazienti una volta che diventano sintomatici", dimostrandosi invece speranzoso nell'impiego della memantina prima che i sintomi compaiano. Questo farmaco è già impiegato per trattarne i sintomi ma potrebbero essere sorprendenti i risultati se venisse impiegato su pazienti a rischio.
La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Alzheimer's & Dementia, famosa nel campo delle ricerche sulle malattie che attaccano il cervello e in particolare "la memoria".
Nel momento in cui questo morbo inizia la sua corsa alla "conquista" del malato c'è un lungo periodo, che può durare anche dieci anni dice Wired, in cui i neuroni tendono a dividersi. Questo avviene poiché i suddetti neuroni cercano di andare in compensazione di altri morti a causa della malattia. È molto strano un comportamento del genere da parte dei neuroni, visto che questi si sviluppano in fase prenatale e successivamente è impossibile che vadano a dividersi. Il commento del ricercatore Erin Kodis, che ha partecipato allo studio, commenta che molto probabilmente ciò che porta questi neuroni indietro nel ciclo cellulare potrebbe essere un eccessiva dose di calcio. Questo ciclo è possibile bloccarlo attraverso la memantina, il farmaco infatti blocca tutti i canali che il calcio utilizza per andare a depositarsi all'interno dei neuroni.
Bloom spiega:"Gli esperimenti suggeriscono che la memantina potrebbe essere efficace se potesse essere somministrata ai pazienti molto prima che diventino sintomatici", dicendo anche come poter riuscire a prendere i pazienti a rischio in tempo sottoponendosi a screening continui per monitorare l'attività cerebrale.
Il ricercatore però conclude anche dicendo:"Non voglio alimentare false speranze ma se questa idea di usare la memantina avrà successo, sarà perché ora comprendiamo che il calcio è uno dei fattori che fa cominciare la malattia, e potremmo essere in grado di fermare o rallentare il processo se
agiremo molto presto".È ancora troppo presto per riuscire a parlare, sono gli stessi ricercatori a dirlo, ma è comunque un barlume di speranza per tutti i familiari e soprattutto per i pazienti malati di Alzheimer.
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