Speranza, miracolo, tenacia e bravura dei medici. Gli ingredienti per una bella storia, una di quelle che ti fa scendere la lacrima al bar, mentre sorseggi il cappuccio e leggi il giornale.
E la commozione non avviene sono per il dispiacere di vedere una piccola creatura, nata da poche settimane, con una grave e rara malformazione cranica. L'emozione ti assale quando scopri che Faith Martin, è questo il nome della bimba, sopravvive alla nascita e al delicato intervento chirurgico seguente.
Speranze: quasi zero. E che altro nome dare, allora, a questa bimba se non Faith, Fede?
Faith è nata tre mesi fa, nonostante le aspettative pessime dei medici, con una malformazione detta encefalocele, un difetto congenito causato dalla non completa chiusura del tubo neurale (tra la seconda e la quarta settimana di sviluppo embrionale) che determina una fuoriuscita (detta protrusione) di una sacca (meningi) contenente liquor e tessuto nervoso.
La soluzione, quando possibile ovvero quando la sacca è in una posizione compatibile con la vita (ad esempio cervicale), è l'intervento chirurgico: riduzione della sacca all'interno del cranio e chiusura della breccia ossea. La preghiera è altresì importante: si spera che tutto questo non comporti danni neurologici permanenti.
La piccola Faith è destinata a venire alla luce, e per questo forse riesce a superare una serie di ostacoli insidiosi.
Primo ostacolo: evitare l'IVG (Interruzione Volontaria della Gravidanza). Dopo la prima ecografia, ai giovanissimi genitori Aaron (21 anni) e Jessica (20) viene dato il triste annuncio. La bimba ha una malformazione rarissima, se sopravvive è destinata a sviluppare una gravissima disabilità, prendete in considerazione l'aborto. Ora, questi due ventenni con a casa un altro bimbo (Logan) sano cosa fanno? Decidono di portare a termine la gravidanza. Chapeau.
Secondo ostacolo: i medici avvertono i due ragazzi che alla nascita la piccola Faith potrebbe non respirare, forse sopravvivrà solo per poche ore. Ma la bimba ha un altro destino: viene alla luce con parto cesareo, piange, respira. Terzo ostacolo. Dopo un mese la protrusione passa da 6 a 21 cm di diametro e diventa sempre più dolorosa. La bimba soffre. I genitori si rivolgono ai medici del Royal Victoria Infirmary di Newcastle, che sono speranzosi. La protrusione è operabile. Si decide di intervenire. A gennaio (Faith ha tre mesi) viene asportata la sacca e inserito uno shunt che trasporterà eventuali altri accumuli di fluido nello stomaco della neonata. L'intervento va a buon fine.
Faith ora sta bene e cresce come previsto. Avrà bisogno di controlli periodici, per verificare che tutto sia a posto.
Noi invece abbiamo bisogno di altre storie come questa, fatte di speranza, fortuna e why not di quella buona sanità di cui i Media poco spesso ci parlano ma che, ne siamo certi, riempie molte delle nostre corsie ospedaliere.
E abbiamo tanto bisogno di consolare la nostra esistenza già tribolata con questi grandi occhioni. Auguri piccola Faith.
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