A livello globale rappresenta la seconda forma più comune di cancro tra le donne (dopo quello al seno) e la terza tra gli uomini (dopo quello del polmone e della prostata). Abbastanza raro prima dei 40 anni, il tumore al colon colpisce maggiormente i soggetti di età compresa fra i 60 e i 75 anni. Secondo i dati Airtum (Associazione Italiana Registro Tumori) negli anni si è assistito ad un aumento delle diagnosi di questa malattia, ma anche a una diminuzione della mortalità. Ciò, molto probabilmente, è da attribuirsi ai programmi di screening e al miglioramento delle terapie, sempre più mirate e personalizzate. L'intestino è l'organo deputato all'assorbimento delle sostanze nutritive che provengono dall'alimentazione. Si divide in tenue e crasso. Il tumore del colon è dovuto alla proliferazione incontrollata delle cellule della mucosa che lo riveste. Esiste una distinzione in neoplasie del colon vero e proprio e neoplasie del retto, ovvero dell'ultimo tratto dell'intestino. Esse possono manifestarsi con modalità e frequenze differenti.
I fattori di rischio della patologia sono legati alla dieta, ai geni e ad altre cause di tipo non ereditario. Molti studi hanno dimostrato la pericolosità di un'alimentazione ricca di grassi e proteine animali e povera di fibre. Campanello d'allarme anche per obesità e vita sedentaria. Da un punto di vista genetico è possibile ereditare la predisposizione ad ammalarsi se in famiglia si sono manifestati disturbi come le poliposi adenomatose ereditarie. Altri fattori importanti sono l'età, il fumo, le malattie infiammatorie croniche intestinali (rettocolite ulcerosa e morbo di Crohn) e una storia clinica passata di polipi intestinali. I sintomi del tumore al colon sono molto variabili e dipendono dalla sua sede, dalla sua estensione e dalla presenza o assenza di ostruzioni o emorragie. Per questo motivo manifestazioni precoci quali stanchezza, mancanza di appetito, anemia e perdita di peso sono spesso trascurate. Talora una stitichezza ostinata alternata a diarrea va approfondita al più presto.
Come riporta Ansa.it, grazie ad uno studio condotto da un team dell'Istituto Superiore di Sanità (Iss) coordinato dalla dottoressa Ann Zeuner del Dipartimento di Oncologia e Medicina Molecolare, sono state scoperte delle cellule dormienti ultraresistenti alle terapie nella cura del tumore al colon. La ricerca, pubblicata sul Journal of Experimental and Clinical Cancer Research e resa possibile grazie al sostegno di Fondazione Airc, rappresenta un contributo fondamentale per comprendere i meccanismi di resistenza alle terapie antitumorali. Esiste dunque nel cancro dell'intestino una piccola popolazione di cellule in stato di 'quiescenza'. Esse non si moltiplicano in maniera attiva e sono caratterizzate sia da un maggiore potenziale cancerogeno, sia da un'aumentata resistenza alle cure.
Tali cellule sono in grado di rimanere a lungo inattive e di resistere a condizioni ambientali avverse, per poi risvegliarsi e generare una neoplasia a distanza di anni. La loro identificazione e l'analisi dei meccanismi di sopravvivenza delle stesse sono fondamentali al fine di sviluppare terapie più efficaci per il tumore del colon.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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