Scala, battesimo del cda ed esordio di Ortombina

Diana Bracco, Barbara Berlusconi, Melania Rizzoli nel consiglio più rosa. Tra un anno scade Chailly

Scala, battesimo del cda ed esordio di Ortombina
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Habemus Ortombina. Oggi cambiano i vertici del teatro. Alle 10.30, battesimo del nuovo cda della Scala che poi ufficializzerà la nomina a sovrintendente e direttore artistico di Fortunato Ortombina.

Un cda rivoluzionario: su otto consiglieri, tre sono donne, questa la vera Prima della Scala. Si parte da Diana Bracco, in rappresentanza della Camera di commercio, capitana d'azienda di lungo corso, a capo della Fondazione Bracco, è presidente e ad del Gruppo Bracco, multinazionale della salute leader nella diagnostica per immagini con un fatturato di oltre 1,3 miliardi di euro e 3.400 dipendenti. Tra i pilastri (finanziari) dell'Accademia della Scala, oltre che del teatro stesso, Bracco segue le stagioni della Scala, senza mai perdere una, da quando ha 12 anni, siede in platea solo dopo «aver ristudiato il libretto, se possibile in lingua originale», ci dice. Barbara Berlusconi, in carica per la Regione Lombardia, patrimonio personale di 1,2 miliardi, è la terzogenita di Silvio Berlusconi: laureata in Filosofia, è socia della Cardi Gallery ed è nel cda di Fininvest, holding con più di 17mila dipendenti e quasi 4 miliardi di ricavi. Melania De Nichilo Rizzoli, in forza per il Ministero, laureata in medicina, è scrittrice e giornalista, vedova di Angelo, è stata vicepresidente della Regione Lombardia. Sempre per il Ministero è stato nominato Marcello Foa, giornalista ed ex presidente della Rai, proprio in questo ruolo è stato vicino alla Scala sostenendola durante il lockdown. Confermati per fondazione Cariplo il presidente emerito di Intesa Sanpaolo Giovanni Bazoli, per Eni l'ad Claudio De Scalzi e per Allianz l'ad e direttore generale Giacomo Campora. L'ottavo membro del cda è il sovrintendente, presiede (di diritto) il sindaco Giuseppe Sala.

Dopo mesi trascorsi nelle retrovie, lasciando brillare il predecessore Dominique Meyer, oggi Ortombina comunicherà (anche alla stampa) piani e strategie del suo mandato, condiviso con Paolo Gavazzeni che è coordinatore artistico. Ortombina conosce ogni ingranaggio del teatro per averci lavorato da subito e in diversi ruoli, oltre a essere appassionato di musica: la conosce avendola studiata in Conservatorio e all'università, gran rarità in questo mondo. Di Mantova, classe 1960, vede il proprio nome associato a quello di Verdi avendo lavorato all'Istituto nazionale di studi verdiani. Ha operato nei teatri di Torino, Napoli e dal 2003 al 2007 è stato Coordinatore della direzione artistica della Scala.

Sulla scrivania, una bella pila di carte da evadere. La priorità assoluta, da risolversi in pochi giorni, è la direzione del Corpo di Ballo, i ballerini fremono. Il candidato eccellente è Frederic Oliveri che alla Scala ha vestito questo ruolo già due volte e ora è alla testa della Scuola di Ballo. Altra posizione vacante da dicembre è quella del direttore marketing, focale in un'azienda culturale con un bilancio oltre i 120 milioni di euro, 44 milioni dei quali sono contributi privati. Poi, ma verrebbe da dire in primis, c'è la questione del direttore musicale: l'anima di un teatro.

Il contratto di Riccardo Chailly scade fra un anno: verrà rinnovato? Se sì: in che termini, quale impegno si richiede? Che ne sarà del convitato di pietra, Daniele Gatti, un nome che scorre sotterraneo, poi emerge e di nuovo scompare? Rimane aperta la questione di una figura dirigenziale di raccordo, se ne sente la mancanza in un'azienda con centinaia di dipendenti fra orchestra (125 elementi), coro (108), corpo di ballo (78), maestri collaboratori (23), dirigenti (6), quadri (30), impiegati (103), tecnici (401), servizi vari (55), extra organico (12). Capitale umano che assorbe metà del bilancio, 66.612.113 di euro.

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