Sicurezza: spot e convegni ma per le buche solo rattoppi

Sette giorni di convegni, spot, interventi nelle scuole medie e superiori: centinaia di migliaia di euro spesi per una campagna di sensibilizzazione e informazione per la settimana mondiale della sicurezza stradale che si conclude oggi. A Roma Regione, Provincia e Comune si schierano in prima linea, concordano con l’allarme lanciato dall’Onu e dall’Organizzazione mondiale della sanità: troppi morti sulle strade, bisogna fare qualcosa per renderle sicure. Eppure non si direbbe. Col maxi-appalto per la manutenzione dell’asfalto cittadino bocciato dal Tar, le strade della capitale rischiano di rimanere al chiodo: solo qualche «rattoppo» e niente più. La mappa della città groviera non lascia speranze: dai sampietrini dissestati e scivolosi trappole infernali per scooter e pedoni in pieno centro, alle fettucce grigie che corrono nelle borgate e nelle periferie costellate di crateri a dir poco insidiosi. Ne sanno qualcosa genitori e familiari di Daniele Mollicone, diciannovenne dell’Alessandrino scomparso nell’estate del 2004 mentre viaggiava in sella al suo Atlantic 150 su via Bonafede. «Andava piano mio fratello - ricorda Alessia, stringendo tra le mani una foto scattata assieme sulla spiaggia di Ostia -. Anche i periti del Tribunale lo hanno confermato. Ma quella buca sul vialone che porta all’Ipercoop appena dopo la curva, Daniele non poteva vederla». È la sera del 30 giugno. Al ragazzo, i genitori che hanno un ristorante in zona, affidano una commissione. Daniele, «Molli» come lo chiamano gli amici, imbocca il viale, ma ecco la buca. Perde il controllo dell’Atlantic, sbanda paurosamente, viene sbalzato via fino a schiantarsi sul parabrezza di una Fiat Tempra che arriva in senso contrario. L’impatto è violentissimo. Daniele perde i sensi. Viene caricato da un’ambulanza del 118 e trasportato al Policlinico Casilino. Dopo cinque giorni di coma muore. «La nostra vita da allora è stravolta - racconta ancora Alessia -. Mio padre, mia madre non riescono a farsene una ragione. Eppoi c’è quella buca ancora lì dopo tre anni a ricordare la tragedia. È una beffa. Nessuno, nonostante le nostre richieste e quelle della gente che ci è stata vicina, si è preoccupato di richiuderla. Ecco quanto è importante la sicurezza stradale». In via Bonafede restano le transenne piazzate là dai vigili urbani su ordine del magistrato subito dopo l’incidente. Nell’estate 2005, un anno dopo, il sindaco Veltroni annunciava il piano speciale anti-buche: 60 milioni di euro per «rammendare» le strade di Roma. Ma via Bonafede, strada privata e realizzata con materiale scadente attende ancora d’essere acquisita dal Campidoglio e non viene compresa. Oggi una striscia gialla delimita il pericolo della buca, ma nessuno ha mai risistemato il manto stradale.

«Se fossimo aquile ti porteremmo sulle ali; se fossimo giganti ti porteremmo sulle spalle; ma siamo i tuoi amici e ti portiamo nel cuore», recita uno degli striscioni appesi all’ingresso dell’ipermercato dai ragazzi di Villa Gordiani. La settimana mondiale della sicurezza è passata, la buca resta.

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