L'ultima follia degli ecologisti: vogliono eliminare i cocktail

Le guarnizioni delle bevande decorate danno fastidio a coloro che quotidianamente imbrattano monumenti

L'ultima follia degli ecologisti: vogliono eliminare i cocktail
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Negli ultimi tempi, l'attenzione degli ecologisti sembra essersi spostata su un nuovo bersaglio: le guarnizioni di frutta dei cocktail. I dubbi di questa categoria si stanno focalizzando sulla pratica comune dei baristi di decorare le bevande con pezzetti di buccia di limone, lime e fette di agrumi. L'accusa principale? Uno spreco eccessivo che mette in pericolo l'ambiente. Ma è davvero così?

I cocktail

Fin dalla loro creazione i cocktail erano conosciuti come "bevande arlecchine" o "polibibite" nell'Italia antica, rappresentano una tradizione di mescolanza di diversi ingredienti alcolici e non alcolici che risale a un periodo storico in cui le bevande comuni erano il vino o distillati semplici. Si trattava sostanzialmente della possibilità di decorare i drink per una migliore esperienze visiva e aromatica.

L’obiezione

Gli ecologisti contestano l'eccessiva quantità di rifiuti generati dalle guarnizioni, fondamentali per decorare le bevande. Gli ipocriti ambientalisti si appellano al fatto che un chilo di scarti derivati dalle decorazioni produce emissioni di carbonio paragonabili a un viaggio in automobile di venti minuti. Bisogna però notare che il calcolo in questione si basa su guarnizioni elaborate e non si applica uniformemente a tutti i cocktail.

L’equilibrio

È fondamentale trovare un equilibrio tra la creatività e la sostenibilità nell'arte dei cocktail. Ridurre gli sprechi è un obiettivo condivisibile, ma vietare completamente le guarnizioni potrebbe sacrificare l'aspetto estetico e l'esperienza sensoriale che rendono i cocktail un'arte culinaria unica.

Davvero i cocktail sono un problema per l’ambiente?

Basti pensare al danno causato dagli attivisti di Ultima Generazione che il 9 marzo 2023 per protestare contro l'acquisto e utilizzo dei combustibili fossili in Italia avevano imbrattato la statua del cavallo di Piazza Duomo.

Per pulirla è stata necessaria una donazione da 30mila euro di una società privata, Vox Media srl, che ha permesso al Comune di Milano di iniziare i lavori di pulizia adoperando un team di restauratori esperti dopo che era stata rilevata l'impossibilità di procedere con una pulizia ordinaria. A questo punto non ci resta che chiederci se siano davvero i cocktail a rovinare l’ambiente.

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