Lucio Giordano
da Taormina
Ne ha vinto un altro. Un altro premio che magari infilerà sotto al letto. Già, perché tra Paolo Sorrentino e le statuette c'è lo stesso distacco esistente tra un giocatore di poker e il denaro. Denaro che, guarda un po, è uno degli argomenti del film che il regista di culto del cinema italiano ha appena finito di scrivere, intitolato L'amico di famiglia.
Ma andiamo con ordine: ItaliaFilmFest, prima edizione. Il 4 giugno a Roma i giochi sono fatti. La consegna dei premi è però posticipata al Festival di Taormina. Felice Laudadio del resto è presidente del primo e direttore artistico del secondo. E allora sale sul palco del Teatro Antico la premiata ditta Sorrentino-Servillo. Per il film Le conseguenze dell'amore, vincitore di Nastri d'Argento, Ciak d'Oro e di cinque David di Donatello. Statuette messe in cucina ad allietare i risvegli e le colazioni di questo autore napoletano di 35 anni, compiuti il 31 maggio scorso. Che con L'uomo in più e Le conseguenze dell'amore è già entrato nel cuore dei cinefili italiani.
«In L'amico di famiglia - dice Sorrentino - racconterò la storia di un usuraio che copre la propria attività illegale facendo il sarto. Ma sia ben chiaro: non il sarto d'alta moda. Lui rammenda semplicemente, fa lorlo ai pantaloni e intanto si intrufola nelle esistenze deragliate del piccolo centro in cui abita. Come un amico di famiglia, appunto. Che rende puntualmente visita ai cari cui presta soldi a strozzo, blandendoli con parole di cortesia e sguardi di comprensione».
Un individuo convinto dellimportanza della propria attività: quasi una missione. Conferma Sorrentino: «Lui in fondo restituisce la speranza a chi si indebita giocando al casinò o accendendo mutui con il chirurgo estetico. E lo fa con una tecnica perfezionata negli anni. Sì, perché anche il padre era uno strozzino». Un figlio d'arte, insomma. Che vive un rapporto morboso con la madre novantenne e un rapporto complicato con se stesso. Il pover'uomo è infatti brutto, bruttissimo, dentro e fuori.
Difficile davvero trovare un attore per una parte così, nel panorama del cinema italiano: «In affetti - ammette Sorrentino sorridendo all'amico e protagonista di Le conseguenze dell'amore - ho scartato Toni Servillo da subito proprio perché troppo bello e giovane per interpretare un sessantenne ripugnante».
Cercasi un mostro d'attore, dunque. Per un film ambientato a Latina, «città anonima, che sembra messa lì come fosse un plastico», il cui primo ciak è previsto per ottobre. «Prima di scriverlo mi sono documentato moltissimo sul mondo dell'usura. E mi ha colpito il rapporto indiretto banche-usurai.
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