Addio a Ugo Gregoretti: il regista è morto a 88 anni

Regista, autore televisivo, giornalista, drammaturgo e direttore artistico, Gregoretti è stato un genio: è morto oggi nella sua casa di Roma dopo una lunga malattia

Addio a Ugo Gregoretti: il regista è morto a 88 anni

Con una carriera alle spalle durata sessant’anni, Ugo Gregoretti è morto oggi nella sua casa di Roma all’età di 88 anni dopo una lunga malattia. Regista, autore televisivo, attore, giornalista, drammaturgo e direttore artistico, Gregoretti è stato una delle personalità più originali e anticonformiste del mondo dello spettacolo italiano.

Nato a Roma il 28 settembre 1930, venne assunto in Rai un mese prima che iniziassero le trasmissioni ufficiali, nel 1953, su raccomandazione che non disdegnava di ricordare con la sua consueta vena caustica: sin da subito cominciò a raccontare i cambiamenti del costume del Belpaese in trasmissioni come Controfagotto (1960), Il Circolo Pickwick (1968), Le tigri di Mompracem con Gigi Proietti, fino a Romanzo popolare italiano (1975), Uova fatali (1977) e il contestatissimo Il conto Montecristo (1996), frutto di lotte intestine ai vertici Rai.

Studente e apprendista irrequieto (cambiò tre facoltà all’Università e venne cacciato dalla redazione del quotidiano milanese Patria), Gregoretti ottenne il primo importante riconoscimento con l’assegnazione del Prix Italia al suo documentario La Sicilia del Gattopardo. Dopo l’inchiesta sui giovani I nuovi angeli del 1962 (per girarla si dimise dalla Rai), esordì al cinema nel film ad episodi Ro.Go.Pa.G. con Pierpaolo Pasolini, Roberto Rossellini e Jean-Luc Godard. Il suo frammento, Il pollo ruspante, raccontava la storia di una famiglia, guidata dal padre Ugo Tognazzi, che si lascia condizionare sempre di più dalle pubblicità e dalle tendenze dei figli piccoli.

È morto Ugo Gregoretti, una vita tra cinema e tv

Navigando nei generi più disparati, dal documentario al reportage, dal film politico alla commedia, Gregoretti ha attraversato quasi tutto il Novecento, raccontando la classe operaia nel fantascientifico Omicron (1963), l’amore che prende forme malsane in Le belle famiglie (1964, con Totò, Sandra Milo e Annie Girardot), la militanza politica nello storico documentario Apollon - Una fabbrica occupata (1969).

Dal 1980 al 1989 Gregoretti ha diretto la Rassegna Benevento Città-Spettacolo, e dal 1985 al 1989 il Teatro Stabile di Torino. A Benevento era tornato negli ultimi anni per curare la direzione artistica del Comicron, festival di cortometraggi comici nella suggestiva cornice di Pontelandolfo. È stato inoltre presidente dell’Accademia Nazionale di Arte Drammatica “Silvio D’Amico”, nonché presidente dell’ANAC, Associazione Nazionale degli Autori Cinematografici. Nel 2004 il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi lo ha dichiarato Cavaliere di gran croce dell’Ordine al merito della Repubblica italiana.

Gregoretti si è misurato anche come regista lirico, mettendo in scena, tra le tante, un’edizione de L’italiana in Algeri di Rossini nel 1976, una versione rivisitata del Purgatorio di Dante nel 1998, ribattezzata Purgatorio 98 e caratterizzata dall’uso del dialetto napoletano, e il musical Giovanna d’Arco con Michele Paulicelli.

Per un lungo periodo – ha raccontato in un’intervista a Panorama in occasione della riedizione della sua autobiografia, La Storia sono io - Con finale aperto – ho considerato la notorietà conquistata attraverso il piccolo schermo un fatto volgare.

Volevo persino fare in modo di scomparire perché si dimenticasse il mio nome. Invece, poi, mi sono accorto con soddisfazione che vengo considerato un benefattore. Molti giovani mi conoscono per le mie trasmissioni che vanno in onda su Rai Storia”.

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