“Ero spaesata e preoccupata". Anna Falchi racconta a ilGiornale.it come ha vissuto quest'ultimo anno di pandemia tra lavoro e affetti e ci dice la sua anche su come la politica abbia trascurato il mondo dello spettacolo.
Come ha vissuto quest'anno di pandemia sia dal punto di vista personale sia da quello professionale?
“Ho vissuto la pandemia in compagnia di mia madre e di mia figlia e ho rinunciato a frequentare il mio compagno perché non siamo conviventi. Nei primi mesi sono stata assolutamente ligia al mio dovere di cittadina, molto rigorosa. Questa estate, che c'era stato un po' di allentamento, ho continuato ugualmente ad essere molto precisa anche perché fortunatamente ho lavorato e questa è stata una boccata d'aria incredibile dal momento che uno dei miei primi pensieri è stata la paura di non poter lavorare e del futuro. Oggi come oggi vivo la pandemia alla giornata, un po' come tutti”.
Le manca il contatto col pubblico e poter viaggiare?
“Sì, perché, per me, il contatto col pubblico è sinonimo di lavoro, ma quando hai vicino gli affetti e le persone care che ti sostengono anche da lontano ti senti protetto. I viaggi di piacere, invece, li trovo superflui. Aver rinunciato al mio viaggio annuale a New York non mi è costato. Me ne sono fatta una ragione. Ci sono priorità più importanti, sinceramente”.
Tra una settimana inizia Sanremo che lei ha condotto nel '95 insieme a Pippo Baudo. Cosa ne pensa della decisione di non consentire l'apertura al pubblico?
“È un po' un peccato perché gli artisti, dopo quasi un anno che non vedono un palcoscenico, potevano rimettersi in discussione e con il lavoro. E cosa c'è di meglio che avere il calore del pubblico? Però le regole sono regole, d'altronde l'Ariston è un teatro. Detto ciò, ben venga che ci sia il Festival di Sanremo perché il pubblico costretto a stare a casa vedrà comunque un bello spettacolo. Sanremo è Sanremo e fa parte della tradizione italiana. Secondo l'aspettativa è tantissima”.
Spera in una riapertura dei cinema e dei teatri?
“Sì, in generale non trovo giusta la scelta di aver chiuso per così tanto tempo i cinema e i teatri. Non capisco perché si possa stare seduti sugli aerei tutti accatastati, uno vicino all'altro, senza distanze di sicurezza e non si possa andare a teatro. I virologi hanno spiegato che il sistema di areazione degli aerei permette di viaggiare in tranquillità, ma quello dei teatri e dei cinema non è simile? Non si potrebbe cambiarlo secondo le norme? Secondo me andrebbe valutata la possibilità di riaprire quei locali perché in quei luoghi si possono mantenere le distanze molto più che nel treno o negli aerei”.
Cosa si aspetta da questo governo?
“Spero, come ho detto, che si dia la possibilità agli esercenti di aprire secondo le regole e che possano usufruire non solo delle sovvenzioni che, per esempio nel mondo dello spettacolo non si sono viste, ma anche di aiuti concreti da parte del governo. Nel mio settore si fanno continuamente manifestazioni perché non ci sono solo i vip, ma anche le maestranze e tutti coloro che lavorano dietro le quinte, persone che hanno difficoltà a vivere alla giornata. Bisognerebbe mettersi una mano sulla coscienza dal momento che il settore dello spettacolo è una grandissima eccellenza in Italia e va assolutamente preservato. Anche i ristoratori, secondo me, è giusto che possano aprire sia di giorno e di sera per evitare gli assembramenti. Lo stesso vale per le palestre che dovrebbero riaprire perché è giusto tenersi in salute e non solo evitare di non prendere il virus”.
Secondo lei il ministro Franceschini e il governo precedente hanno fatto abbastanza per il mondo dello spettacolo?
“No, come ho detto, non è mai abbastanza. Mi auguro che abbiano più a cuore questo settore”.
In questi ultimi giorni si è parlato molto delle donne in politica. La Meloni è stata oggetto di attacchi sessisti. Secondo lei, per una donna fare politica in Italia è più difficile che fare spettacolo? Dove c'è più sessismo?
“È sempre difficile anche per una donna con la personalità e il carisma di Giorgia Meloni imporsi in un mondo che, una volta, era egemonia esclusiva dei maschi e si è dovuto ricorrere alle quote rosa, uno strumento che mi sembrava un po' anacronistico. Ora, però, fortunatamente le donne stanno vincendo la loro battaglia. A livello europeo e internazionale ci sono tante donne che stanno svolgendo ruoli importantissimi e sono una garanzia di serietà e professionalità. Secondo me, siamo sulla buona strada. Poi, certo, ci sono questi professori che rovinano questi traguardi, ma sono sempre delle mosche bianche. Credo che dovrebbero essere messi a tacere subito. Meno se ne parla e meno ci sono dei pirla che li emula per avere il loro momento di gloria”.
Passiamo al calcio, una sua grande passione. Secondo lei gli stadi vanno riaperti al pubblico?
“Anche qui, come il cinema e i teatri, penso che anche gli stadi vadano riaperti. Cosa c'è di meglio che stare all'aperto? Basterebbe diminuire notevolmente la capienza perché i giocatori hanno bisogno della loro tifoseria. Poi, si sa, che il calcio è lo sport più amato in Italia e non solo, però, probabilmente, è giusto così. Questa pandemia è davvero un'incognita per tutti e si naviga ancora un po' a vista”.
Lei è una grande tifosa della Lazio. Cosa si aspetta dalla sua squadra quest'anno?
“Questo è un campionato più sorprendente con tante squadre outsider che si sono fatte strada e, secondo me, nulla è scontato. Si fanno molti più gol e, guardando le partite in televisione, senti i commenti dei giocatori e le grida degli allenatori e vivi la gara come se fossi accanto a loro. Detto questo, dalla mia Lazio mi aspettavo un rinforzo perché è una squadra straordinaria e abbiamo un centrocampo e un attacco tra i più forti del campionato. Ci manca la difesa, quella è una grande lacuna, come abbiamo visto nella partita contro il Bayern che, comunque, era impossibile da battere. Mi auguro che arrivi tra le prime quattro e che sogni ancora la Champions”.
Ripensando alla sua carriera qual è la cosa di cui va più orgogliosa e cosa non rifarebbe?
“Vado molto orgogliosa d'aver sostituito, a soli 23 anni, il mio maestro Pippo Baudo nella conduzione del preserale di Raiuno, Luna Park, che faceva ascolti altissimi. Aver lasciato quella esperienza per mia volontà per seguire il mio sogno di attrice. Avevo paura che, facendo televisione, non sarei stata più credibile come attrice.
Mi sbagliai, ma solo l'esperienza e la consapevolezza del proprio carattere, ti fa capire quel per cui sei nata. Mi sono pentita di quella scelta perché, poi, ho dovuto ricominciare da zero anche per fare televisione che mi piace molto di più che fare cinema”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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