Che temperatura con quadri e sculture

Fino all'11 giugno a Piacenza la mostra collettiva «Febbre a 39°»

Emanuele Beluffi

«Per me il futuro è stasera!»: così John Travolta in La febbre del sabato sera. Ma alla mostra «Febbre a 39°» nella galleria Nuovospazio di Piacenza anziché un Tony Manero ballerino troverete dieci artisti, età massima 39 anni, che vi attaccheranno la febbre per l'arte. Appena inaugurata, la collettiva è visitabile fino all'11 giugno, quindi non avete scuse per evitare il contagio: quattro scultori e sei pittori per uno spaccato del nuovo che avanza, dalla scultura «aerea» in cartapesta, tessuto e resina di Alice Zanin, gaiamente lieve ma solo in apparenza, a quella «massiva», drammatica, fissa e sussistente, in travertino persiano di Christian Zucconi, passando per la creatura fluttuante negli abissi, in rame e ferro ossidato di Mario Branca fino al busto corroso in gesso sale e anilina di Andrea Dal Corso. Dall'animato all'inanimato, la terza dimensione a Piacenza dialoga con la pittura: la splendida, materica veduta urbana di Daniele Cestari di drammatica attualità (uno scorcio parigino attiguo al Bataclan; lui c'era quella sera) e la vita silente e agreste in cenere, cera, terra, olio e rame di Andrea Mariconti ci accompagnano al riconoscimento che l'interpretazione del paesaggio è proteiforme e magmatica.

E infatti, se una passeggiata nelle campagne purpuree di Jernei Forbici ci riserva visioni a la Coleridge, fra i boschi in grafite su tavola di Marika Vicari la sensazione che proviamo si approssima alla stimmung di Nietzsche, noto camminatore solitario. Mentre, non senza aver fatto un volo un po' psichedelico nei cieli di Enrico Minguzzi, con Federico Romero Bayter torniamo a Parigi attraverso un grande olio su tela, fatto di segni nervosi e colature.

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