Ci vorrebbe un... polpo per districarsi nella vita

Shelby Van Pelt racconta la storia dell'amicizia fra una vedova sensibile e un cefalopode gigante

Ci vorrebbe un... polpo per districarsi nella vita

Tova ha settant'anni, è rimasta vedova da poco e fa le pulizie all'acquario di Sewell Bay, stato di Washington. È una donna determinata, precisissima, con un grande senso del dovere e un ancora più grande dolore che si porta dentro da trent'anni: la morte del figlio Erik, scomparso nelle acque della baia. Di lui è tornata soltanto la barca su cui viaggiava e dalla quale, forse, si era gettato nell'oceano. Ma Tova non ha mai creduto al suicidio di Erik, un ragazzo quasi perfetto, studioso, intelligente, sportivo e amato dai compagni.

Marcellus è un polpo gigante del Pacifico: pesa ventisette chili e ha tre anni e mezzo, quasi l'età limite per un esemplare della sua specie che arriva, al massimo, a quattro anni. È la star dell'acquario di Sewell Bay. Davanti alla sua vasca vede sfilare ogni giorno i suoi ammiratori e a loro, grandi e piccoli, dedica uno sguardo acutissimo, spesso molto più perspicace di quello che gli stessi umani posano su di sé (e figuriamoci sugli altri).

I polpi sono intelligenti e opportunisti per natura, ma Marcellus è qualcosa di più, è lo Sherlock Holmes della situazione: furbo, attento e goloso, riconosce perfettamente gli umani, si accorge dei dettagli della loro vita e della loro personalità, e ogni notte esce dalla sua prigione liquida per avventurarsi nell'acquario e rubare un po' di cibo extra, più succulento di quello previsto dal menu dei biologi marini...

Ed è così che, ogni sera, incontra Tova. Quello che accomuna Tova e Marcellus è la loro sensibilità, il loro essere Creature luminose, come si intitola il romanzo di Shelby Van Pelt di cui sono protagonisti (Mondadori, pagg. 390, euro 22) e che in America è stato un bestseller del New York Times. Creature luminose che amano nascondere la loro anima dietro l'apparenza delle spacconerie, come Marcellus, o della riservatezza, come Tova, che sembra restare sempre sulle sue, anche quando è con le amiche storiche, il gruppo delle «mezze calzette». L'autrice ha spiegato che Tova è stata ispirata da sua nonna Anna, che era «la tipica donna svedese dal temperamento stoico: imperturbabile, infinitamente gentile, eppure emotivamente imperscrutabile». Alcuni critici americani l'hanno paragonata a Olive Kitteridge, l'ex insegnante del Maine protagonista dell'omonimo romanzo con cui Elizabeth Strout ha vinto il Premio Pulitzer nel 2009: e della meravigliosa Olive, Tova ha l'apparente scontrosità, l'inclinazione alla solitudine, vissuta però senza vittimismo, il senso del ridicolo, la reticenza ai rapporti umani superficiali e un modo invidiabile di vivere la terza età, con indipendenza e misura. Oltre a una serenità che fa a pugni con la sofferenza che non la lascia un istante, da trent'anni.

Insomma, a una persona rara come Tova serve una intelligenza altrettanto rara per comunicare davvero, e la trova in Marcellus: fra i due nasce una amicizia che supera le vasche, la paura delle ventose e dei tentacoli, la diffidenza verso quegli umani così limitati... Lo racconta in prima persona lo stesso Marcellus, nei capitoli più divertenti del romanzo, scritti in forma di «diario», e che sono una immersione nel punto di vista di un polpo gigante: un animale dal cervello incredibilmente (e quasi misteriosamente) sviluppato, così diverso dal nostro, eppure altrettanto efficace per compiere una serie di attività apparentemente «umane» come svitare tappi, riconoscere le persone, montare e smontare oggetti... Un cervello raffinato unito a una capacità quasi magica di mutare forma e colore e di mimetizzarsi, e a un amore per la solitudine che è quasi una eccezione in natura.

E in questa solitudine, che incontra quella di Tova, Marcellus ha deciso che vuole a tutti i costi aiutare la donna: nell'acquario, infatti, è apparso un certo Cameron, un ragazzo arrabbiato con la vita perché la madre lo ha abbandonato quando aveva 9 anni, senza dirgli nulla su suo padre. Grazie a una foto, Cameron è convinto di poterlo trovare proprio a Sewell Bay.

È chiaro che toccherà a Marcellus risolvere il puzzle, perché Tova e Cameron, da soli, non ne sono capaci.

Non per niente, ogni ventosa di un polpo può avere fino a diecimila neuroni per percepire il mondo circostante... E un polpo gigante, beh, ha oltre duemila ventose sparse sui suoi otto tentacoli. Più ricettivo e sensibile di così...

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