Beppe diventa l'"utile idiota" del Festival

Il comico annuncia lo sbarco all'Ariston, promettendo spettacolo fuori e dentro il teatro. Così risveglia l'attenzione per il Festival più moscio degli ultimi anni

Beppe diventa l'"utile idiota" del Festival

A nche il Festival di Sanremo ha il suo «utile idiota», per usare una delle categorie politologiche (?) più in voga in questi giorni: Beppe Grillo. Il leader del Movimento 5 Stelle ha annunciato qualche giorno fa il suo sbarco all'Ariston, promettendo spettacolo fuori e dentro il teatro. Da quel momento, si è risvegliata l'attenzione per il Festival più moscio degli ultimi anni. Un regalo per la Rai, che incassa una colossale e inattesa pubblicità a costo zero. Grillo andrà davvero oppure no? E cosa farà? Terrà un comizio? Interromperà la liturgia di Fabio Fazio? Starà silente in platea? Con lui ci sarà anche Gianroberto Casaleggio? Non ha alcuna importanza, anche se il comico dovesse tirare in piedi il più grande scandalo della storia festivaliera, avrebbe comunque fatto il gioco dell'emittente di Stato per la quale conta lo share. Il Movimento non ha mai lesinato critiche al servizio pubblico, con ottime ragioni al di là dei toni sopra le righe. Grillo ha più volte accusato l'informazione Rai di essere partigiana, ha chiesto maggiore trasparenza nei compensi di star e dirigenti, ha puntato il dito contro gli sprechi. Il Movimento ha espresso il presidente della Commissione di Vigilanza Roberto Fico e ha pure organizzato un blitz a Viale Mazzini per esporre i suoi punti di vista al direttore generale Luigi Gubitosi. Insomma, Grillo ha dato battaglia con le buone e con le cattive. Poi, per chiudere in bellezza, ha donato uno spottone al Festival di Sanremo, uno dei simboli della Rai. Tra i più faziosi. E anche tra i più costosi, come ha constatato la Corte dei Conti pochi giorni fa: tra il 2010 e il 2012, la manifestazione ha prodotto un buco di oltre 20 milioni di euro. Negli ultimi due anni le cose dovrebbero essere cambiate, e i conti tornati sotto controllo. Vedremo. In attesa di scoprire cosa accadrà stasera, resta la capacità di Grillo di ottenere con regolarità il risultato opposto a quello per cui combatte. Ieri Giuliano Ferrara elencava sul Foglio gli effetti diretti e indiretti dell'immobilismo di Grillo: ritorno al Quirinale di Napolitano, resurrezione politica di Berlusconi e ringiovanimento del Pd, culminato nella nomina a premier di Matteo Renzi.

Involontariamente Grillo si è rivelato un ottimo alleato della vituperata «casta». Ora pare abbia deciso di rivitalizzare il Festival con la sua presenza (ma anche con la sua eventuale assenza). Comunque vada è già un successo. Per la Rai.

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