Un amore svanisce prima di cominciare. Lucien dedica a Louise le sue «Margherite». Versi d'amore a una dama sposata. Il mondo però non profuma. Non ha spazio per petali da sfogliare. Non comprende i sogni di un tipografo - arrogantello e ambiziosetto - che cerca l'ascesa sociale. Parigi, 1821. Louise vi porta Lucien, strappandolo alla familiare Angoulême, ma deve scaricarlo per non essere espulsa dai salotti. Lui millanta perfino il proprio cognome. È deriso. Emarginato. Dopo duecento anni non è cambiato niente, se non i vestiti. La prostituzione non ha paura di sé perché tutto è in vendita. I titoli nobiliari e il prestigio. Il valore di un libro e di una recita teatrale. Le notizie false, spacciate per vere. I giornalisti. Trafficanti di parole, come in definitiva tutti. Perché tutti trafficano in qualcosa. Perfino negli applausi. Promesse con listino prezzi. Editori analfabeti. Una scimmia capo redattore che sceglie chi meriti di più fra Stendhal e Racine. Tradimenti. Voltafaccia. È la «società dello spettacolo», bellezza. E puzza di marcio dietro le autoreggenti rosse della vedette. Un mondo in disfacimento cullato da hashish e denaro. Per madre ha la corruzione che è una donna talmente facile da non avere mariti. La «comédie humaine» di Balzac è stralci di vita di oggi e, se è vero che il regista Xavier Giannoli (Marguerite) mostra la nascita della comunicazione di massa, sono vere anche le ferite di una società che ha dilapidato due secoli come Lucien ha bruciato stima e quattrini. Illusioni perdute è uno specchio nel quale il terzo millennio si vergogna di rivedersi, scoprendo di non aver imparato niente in due secoli. Non si salva l'editoria. Precipita la cultura. L'arte. L'uomo in generale. La filmografia francese guadagna una perla assoluta.
Risveglia il gusto di andare al cinema e la tristezza di scoprire che, in fondo, siamo deboli anche se non vogliamo dirlo. Sperando che non se ne accorga nessuno. E invece. C'è da augurarsi che se ne accorga la gente. Illusioni perdute è un regalo che non si perde. E vale più di qualsiasi Babbo Natale.
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