Le immagini della gente che affolla piazze e strade di mezza Italia all'ora dell'aperitivo hanno fatto il giro della penisola, scatenando non poche polemiche. A criticare l'atteggiamento leggero di grandi e giovani - intenti a far baldoria da nord a sud - sono stati soprattutto i vip: da Jerry Galà a deejay Linus, negli scorsi giorni sui social si sono sprecate parole e post di sdegno. Tra i più arrabbiati per la movida ai tempi dell'emergenza coronavirus c'è anche Iva Zanicchi che, intervistata dall'Adnkronos, c'è andata giù pesante con i ragazzini: "Possono bere lo spritz e ballare in casa! Ma per favore!''.
Dopo oltre due mesi di isolamento e distanziamento sociale, la fase 2 dell'emergenza dovuta alla pandemia da Covid-19 doveva rappresentare un punto di partenza nuovo. A quanto pare, però, si è tornati ai "santi vecchi" tra aperispritz, resse di persone fuori dai locali fino a notte fonda e mancanza totale del rispetto delle norme di sicurezza per contrastare i contagi. Dopo il duro attacco di deejay Linus contro i "vitelloni" della movida, Iva Zanicchi ha duramente criticato l'atteggiamento leggero dei ragazzini privi di senso civico e di rispetto verso gli altri. "Se mi trovassi di fronte a quei ragazzetti di 15 anni, seduti tutti inseme senza mascherina a bere birra e a fumare, cercherei di svergognarli, li prenderei a calci in culo e li manderei a casa".
Le critiche della cantante non hanno risparmiato neppure i genitore dei giovani, figure assenti nell'educazione dei loro figli: "Quello che mi meraviglia è che questi ragazzi per un periodo saranno stati a casa, avranno visto la televisione, avranno ascoltato quanti migliaia di morti ci sono stati, anche tra i medici e gli infermieri. O no? E allora mi domando: ma i genitori come li hanno allevati? Non possono dire: "è maggiorenne fa come vuole". No". La questione modiva, che ha costretto numerosi sindaci a emettere ordinanze ad hoc in vista dei prossimi weekend, se protrattasi nel tempo potrebbe costare caro a tutti e farci ripiombare, in poco tempo, nella quarantena.
Una prospettiva che preoccupa molto l'Aquila di Ligonchio: "Non si può tornare al lockdown perché questo significherebbe far morire di fame la gente. Non ci resta che pregare. Se fossi un sindaco di un paese mi strapperei i capelli. O capiscono che in Regioni come ad esempio la Lombardia l'emergenza ancora è alta o è la fine''.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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