Metti una vacanza tranquilla che, all'improvviso, smette di esserlo. E metti un uomo ordinario che più ordinario non si potrebbe in un vortice di casi straordinari. Tra sicari che lo inseguono e gli sparano, contestazioni politiche, rapimenti e il delitto di un leader parlamentare. L'unica cosa che Beckett ha capito è di dover fuggire. Ma da cosa e da chi non gli è chiaro finché non scopre che il problema è lui stesso. Testimone di qualcosa che non avrebbe dovuto vedere, da buon americano in Grecia, è convinto di trovare la salvezza nel consolato locale. Invece... Invece anche il diplomatico se la prende con lui. E ricomincia la rincorsa, per dir così, a guardie e ladri. Il thriller d'azione che ha aperto il Locarno film festival, con una prima internazionale sotto il diluvio in piazza Grande, sbarca su Netflix e simboleggia una «pax cinematografica» fra un tempio della ricerca di nuove tendenze del cinema e la piattaforma che, nella recente emergenza da lockdown, ha sostituito le sale, accaparrandosi una consistente fetta del pubblico. Approda così sul grande schermo un film destinato ad esser visto su pochi pollici, cui è toccato in sorte un debutto contrastato. Il freddo e la pioggia della sera della prima ha disorientato il pubblico, mentre saliva la febbre per il ritorno di un festival che un anno fa dovette cedere il passo al fuoco ad alzo zero del Covid. Eppure Beckett saprà farsi piacere perché ad una trama che non si assopisce mai affianca anche i contenuti. Il protagonista è un uomo nel labirinto, intento a cercare una via di uscita apparentemente introvabile. Una metafora di quanto talvolta accade a un cittadino qualunque, risucchiato nel cono di una persecuzione di cui non conosce le origini.
Naturalmente, come in ogni metafora che si rispetti, qui si esagera alla grande e le proporzioni non sono rispettate, altrimenti il thriller... non sarebbe più un thriller. Però il senso è quello. In fondo, ognuno potrebbe un giorno scoprire di essere un piccolo Beckett, finito nel mirino di tutti senza avere colpa né peccato.
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