Raffaella Carrà gioca d'anticipo e fa la «carràmbata» natalizia presentando a Milano il suo disco per le feste Ogni volta che è Natale. L'album contiene l'inedita Chi l'ha detto e nove brani ispirati alle feste natalizie, ma secondo la visione originale di Raffa. Ad esempio c'è Halleluja di Leonard Cohen.
Halleluja non è proprio una canzone natalizia.
«Ho pensato molto prima di accettare di incidere un album di canzoni natalizie, ma la Sony mi ha dato totale libertà e mi ha proposto una settantina di pezzi tra cui scegliere; così ho deciso di interpretare questa festa a modo mio. Halleluja è una delle più belle canzoni di sempre. Non potevo ripetere la versione di Cohen, così l'ho riarrangiata con un'orchestra e l'aiuto di due giovani soprano. Devo dire la verità: quando l'ascolto mi fa venire i brividi».
C'è anche un pezzo di John Lennon.
«Sì, Happy Christmas (War Is Over), perché la mia anima si divide tra pop, rock e dance».
Nel doppio album in versione deluxe infatti ci sono tutti i suoi grandi successi.
«In Far l'amore e in Forte c'è Bob Sinclair, si balla e ci si scatena ascoltando la Raffaella nuova e quella del Tuca Tuca e di Adiòs amigo».
Cosa si aspetta da questo album?
«È il disco più eccitante che io abbia mai inciso dai tempi in cui lavoravo con Boncompagni e Bracardi. L'altro giorno stavo guardando il mio studio; alle pareti ci sono diversi dischi d'oro, c'è solo un buco bianco per un altro. Chissà che non riesca a coprirlo con questo. Però un piccolo cruccio ce l'ho se mi ci fate pensare».
Quale?
«Non hanno voluto lasciarmi incidere Feliz nadividad in versione reggaeton. Il reggaeton è un ritmo che mi appartiene ma la Sony ha voluto una versione meno stravolta. Spero un giorno di riuscire a portarla in televisione in versione reggaeton».
A proposito di televisione....
«Andrò a presentare l'album da Carlo Conti e da Fabio Fazio. Fazio lo conosco da quando era agli inizi di carriera e faceva - tra le altre cose - l'imitatore - sarà una bella rimpatriata».
Com'è il Natale di Raffaella Carrà?
«È sempre stato un momento felice, anche se i miei genitori erano separati. Da piccola lo passavo con i cuginetti e con tutta la famiglia. Oggi, appena possiamo, lo trascorriamo insieme. Io amo fare i pacchetti e fare i regali, purché siano utili. Odio le cose che non servono a niente. A Natale quando posso mangio gli spaghetti col tonno. Me l'ha insegnato Mastroianni quando lavoravamo al teatro Sistina sul set di Ciao Rudy».
Cosa pensa del fatto di essere un'icona gay?
«Quando feci la prima Canzonissima mi arrivavano numerose lettere di omosessuali infelici, alcuni addirittura sull'orlo del suicidio. A tutt'oggi mi sembra impossibile che alcuni di loro non riescano a integrarsi e che ci sia questo gap tra loro e il resto della società. Non avevo mai partecipato alle loro battaglie. L'anno scorso sono stata alla festa dell'orgoglio gay di Madrid e li ho abbracciati tutti in una volta sola».
Lei ha anche interpretato il personaggio di un gay.
«Sì, alla radio, ad Alto gradimento Arbore e Boncompagni mi convinsero e quel personaggio ha avuto successo come tutta la trasmissione».
Cosa pensa della musica di oggi?
«Da sempre esiste musica bella e musica brutta senza limitazioni temporali. Oggi c'è il rap che va forte; ma una bella melodia è sempre la chiave per conquistare il mondo».
Sanremo?
«Ho già dato abbastanza».
Farà concerti?
«Sapete quanta energia ci vuole per un mio show tra balli e ritmi vari? Non me la sento più di fare concerti».
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