Nadia Toffa: "Non mi sono spiegata. Il cancro è una sfiga e si batte con la chemio"

"Non è il cancro a essere un dono, ma è una sfiga che ho saputo trasformare in un dono, cioè la forza che ha saputo tirarmi fuori. Ho cercato di trasformare quest'accidente che ovviamente mai e poi mai avrei voluto, in un'opportunità per riuscire a conviverci"

Nadia Toffa: "Non mi sono spiegata. Il cancro è una sfiga e si batte con la chemio"

Ormai la polemica nata sull'affermazione "il cancro è un dono" di Nadia Toffa è nota. Nei giorni scorsi la Iena aveva anche provato a spiegare il suo punto di vista sui social ma, o per i toni o per assenza di chiarezza, il suo messaggio di "ottimismo" non riusciva ad essere compreso.

In un'intervista al Corriere, la Toffa ha provato a chiarire una volta per tutte il significato di quell'espressione che ha destato tanta perplessità, raccontando anche la sua fragilità e i sui pensieri dopo aver scoperto la malattia.

"Quando scrivi un libro come il mio ci metti dentro tutta te stessa, parlandone è venuta fuori la mia natura più estroversa e ho deciso — inconsciamente, ma è un segnale — di far prevalere un messaggio positivo. Purtroppo non tutti hanno colto — e ci sta che la mia comunicazione non sia stata immediatamente comprensibile — che per me non è il cancro a essere un dono, ma è una sfiga che ho saputo trasformare in un dono, cioè la forza che ha saputo tirarmi fuori. Ho cercato di trasformare quest'accidente che ovviamente mai e poi mai avrei voluto, in un'opportunità per riuscire a conviverci".

"Se ci sono riuscita io, ci può riuscire chiunque". Questa è stata una delle frasi che più criticate sui social. Il qui pro quo nasce proprio dal fatto che, detto in questi termini, sembrerebbe che sconfiggere o meno la malattia dipenda direttamente dalla volontà di ciascuno, ma ancora una volta la Iena chiarisce:"Se fosse così non avrei fatto operazioni chirurgiche, chemioterapia e radioterapia che sono le armi principali per combattere la maggior parte dei tumori, questo l'ho ripetuto mille volte. Il messaggio non era 'se non ti impegni abbastanza non guarisci'. E se c'è stata una diversa interpretazione di ciò che ho detto è perché non mi sono espressa in modo sufficientemente chiaro, le parole a volte sono limitanti: io non credo di avere chissà quali risorse però sono riuscita a rovesciare l'ottica della malattia per vederci un'opportunità, come dicevo prima. Non sconfiggerlo, che è un'altra cosa purtroppo, ma provare a combatterlo anche in un'altra maniera, diciamo di lavorarlo ai fianchi...".

"Quando mi hanno portato la diagnosi il primo pensiero sia stato 'Perché proprio a me?', poi ho iniziato a rifletterci e ho realizzato che se è capitato a me è perché quello è il mio percorso, il mio 'peso' da portare. Intendo dire che ho ribaltato il ragionamento: ho trasformato il 'Perché proprio a me?' in 'Se non a me, a chi?' o 'Perché non a me?' e ho capito che è il disegno per me", ha continuato la Toffa.

Infine, la Iena ha confessato di aver sofferto per i messaggi ricevuti sui social e alcuni sono stati sicuramente

più duri di altri: "Leggere il commento di una donna che nella foto profilo di Facebook è teneramente abbracciata a due bambini che mi augura di morire perché non le piace quello che ho scritto", ha dichiarato.

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