Piero Angela ci prepara al futuro

Un nuovo programma di quattro puntate sui temi chiave del pianeta

Piero Angela ci prepara al futuro

Il maestro è adulto per natura: non potrebbe, altrimenti, passare ai suoi allievi la propria conoscenza. Il fascino simbolico di Prepararsi al futuro - quattro puntate sulla formazione di giovani in campo scientifico e tecnologico, da stasera in seconda serata su Rai Premium - sta proprio nello scarto generazionale che separerà i suoi allievi dal loro maestro: Piero Angela, classe 1928. «Il nuovo secolo che viviamo sarà pieno di cambiamenti osserva il popolare giornalista - Bisogna che i ragazzi si preparino ad affrontarli. Ecco allora il valore della conoscenza: non c'è miglior strumento di questo, per attrezzarsi».

Solo il fatto che il massimo divulgatore televisivo, 92 anni fra cinque giorni, 39 libri e 12 lauree honoris causa, abbia l'energia di lavorare per le nuove generazioni, contiene in sé il significato del nuovo progetto. «Se io fossi ancora uno studente non vorrei che mi si parlasse solo del passato, come abitualmente si fa a scuola. Va bene: il passato è il nostro patrimonio culturale. Ma anche nel presente succedono cose enormi. E più grandi ancora ne succederanno in futuro. Bisognerebbe che la scuola non tenesse i ragazzi nella capsula della classe; ma li portasse anche fuori, nello spazio del domani». Gli incontri che, a cura della Fondazione per la Scuola della Compagnia San Paolo, si sono tenuti nel mesi scorsi al Politecnico di Torino fra quattrocento allievi e importanti scienziati, sono stati quindi filmati e compattati da Angela in quattro puntate, ciascuna delle quali sarà introdotta dal papà di Quark e dedicata ad argomenti quali economia, scienza, demografia, lavoro, bio-diversità, intelligenza artificiale. «Che lezione ci ha dato il Covid! scuote la testa Angela (presto al ritorno in tv anche con Superquark e Superquark Più) - L'urgenza di trovare un vaccino era tale che nella sua ricerca si sono investiti capitali enormi. E il risultato è arrivato in tempi straordinari: meno di un anno. Questo ci fa capire l'importanza che la scienza ha e avrà sempre più, nella comune vita di tutti i giorni. Ci addentriamo in un futuro dentro al quale, senza le nuove tecnologie, saremmo nei guai. Una volta tanto perfino la politica, ha dovuto ascoltare gli scienziati». E pur di vederlo, questo futuro, l'anziano giornalista dice di essere stato negli ultimi mesi prudentissimo: «on esco praticamente più di casa.

Perfino mia figlia, quando viene a trovarmi, indossa la mascherina».

I 68 anni di carriera («In Rai ho battuto tutti i record: ci lavoro ininterrottamente dal 1952») gli hanno insegnato «che non bisogna mai essere del tutto soddisfatti. Ma spesso e volentieri autocritici, semmai».

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