Il povero Shakespeare ridotto a parodia

Questo non è un pezzo di critica teatrale. Parlo da spettatore. Shakespeare è defunto mezzo millennio fa e quindi non può querelare il regista Andrea De Rosa, sfrontato rimestatore della sua tragedia. Una vera tragedia per lo spettatore costretto a sorbirsi - allo Strehler di Milano - un'estenuante, involontaria parodia del Macbeth, ambientato ai giorni nostri. Dove, al colmo dell'esasperata voglia di innovare, le streghe che annunciano la fatal profezia sono rappresentate da tre bambolotti dall'insopportabile vocino stridulo. Invano si sgola il bravo Giuseppe Battiston, nel ruolo del regicida, capace di zittire, con l'unico applauso a scena aperta, il pubblico tossicchiante e incredibilmente sveglio. Chi non conosce la storia non capirà niente, gli altri poco di più. Tra assordanti rumori di ogni tipo dietro le quinte, altra perla registica, si fatica a udire Lady Macbeth, la stonata francese Frédérique Loliée.

Che per farsi notare, verso la fine si mette in poco nobili mutande. Eppure si doveva intuire tutto dalla scena iniziale, quando i due primattori si sbellicano dalle risa per cinque minuti buoni: hai visto quanti fessi hanno riempito il teatro?

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