Antonio Lodetti
Bisogna dirlo e sottolinearlo con forza: Bruce Springsteen è lo Steinbeck del rock...Sa raccontare come pochi l'America e da lì parte scandagliando sentimenti ed emozioni intime e personali. Stavolta lo ha fatto in parole e musica con l'album Springsteen On Broadway, in uscita in versione doppio cd e quadruplo lp digitale.
È la cronaca dei concerti che il Boss ha tenuto nel 2017 al Juyamcyn's Walter Kerr Theatre di Broadway dal 12 ottobre dell'anno scorso (con una serie di anteprime a partire dal 3 ottobre). Un concerto evento che è stato replicato per 236 volte!!!, sempre all'insegna del tutto esaurito e che ha vinto il Tony Award. Il Boss si mette a nudo e prima di ogni brano si racconta e racconta l'America e la sua vita. «Uno degli show più profondi di un musicista rock», ha commentato Rolling Stone. «Mentre procede il ritratto dell'artista, si capisce che non c'è mai stato nulla di così vero - e bello - a Broadway», ha sentenziato il New York Times. Un tripudio di pubblico e critica insomma, forse più adatto, per le pause chiacchierate, alla visione che all'audio. L'intero spettacolo comunque sarà visibile su Netflix dal 16 dicembre. E poi c'è la bellezza delle canzoni, acustiche ma potenti, meditate ma con lo spirito rapace del concerto dal vivo. Un disco per intenditori, che potranno apprezzare anche coloro che amano lo Springsteen più incendiario ed elettrico (e a volte contestano i suoi concerti acustici). Basterà ascoltare la versione di Born In the Usa, con un introduzione di chitarra slide da brividi e poi un'incedere per sola voce (con lo slide che entra nella seconda parte in sottofondo) cupo e meditabondo.
L'audio è perfetto, mixato dal mitico Bob Clearmountain e masterizzato da Bob Ludwig. Bruce è particolarmente ispirato, serio nel ricordo ma anche spiritoso e faceto nella narrazione, senza perdere lo spirito raccolto dello show. «Fino ad oggi non avevo mai lavorato 5 giorni di fila», dice al suo pubblico prima di viaggiare nei ricordi di gioventù e intonare Growing Up, seguita da My Hometown per pianoforte, dichiarazione di affetto per la sua città ma anche rimpianto per non aver conosciuto prima la «thunder fuckin' road». L'armonica anticipa il «Last Night I Dream I Was a Child di My Father's House, accorato ricordo di un'infanzia e una giovinezza un po' odiata e un po' rimpianta. Sulle note di The Promised Land si chiude il primo cd. Nel secondo Bruce annuncia «The Queeen of My Heart», «The Queen of Jersey Shore» e sale sul palco Patti Scialfa a duettare - con Bruce al piano - in una toccante Tougher Than the Rest e poi con due chitarre in Brilliant Disguise.
C'è tutto un mondo che passa dalla mente di Springsteen al pubblico e che si estende dall'epica di The Ghost of Tom Joad a quella Born to Run che chiude lo spettacolo e che fece dire a Dave Marsh: «ho visto il futuro del rock and roll».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.