Emanuele BeluffiNon ha una factory, ma poco ci manca. Non ha decine di collaboratori sparsi per il globo. Lo avete visto a Frieze Londra, alla Biennale di Praga e a quella di Venezia, a Milano e a Shangai, senza contare le «personali» in Italia e all'estero. Vanni Cuoghi, genovese di nascita e milanese d'adozione, classe '66, ha il piglio del lavoratore dell'arte. Il suo studio milanese, fra opere in lavorazione e libri, manderebbe in sollucchero bibliofolli e aficionados della carta, ma scordatevi l'immagine dell'atelier sgarrupato: un laboratorio di idee simile a un'impresa a conduzione familiare, da cui escono le pitture, la ceramiche, le carte e i diorami che certificano la produzione di «casa Cuoghi». L'ultimo esito lavorativo della ditta è rappresentato dai diorami, piccoli «teatri» realizzati con la tecnica del paper cutting: disegno, china, acquerello, e poi forbice, colla e carta, per scatole magiche e «stanze» che attraverso l'artifizio del trompe l'oeil raffigurano macrocosmi dalla fortissima valenza simbolica.
Li potrete vedere a Milano, alla galleria Giuseppe Pero, dove fino al 29 gennaio è in corso la personale Da Terra a Cielo, dedicata al Ghetto Ebraico di Venezia, di cui si celebrano oggi i 500 anni di storie e leggende.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.