Arbitri da commedia e l'X-Factor della Juve

Una giornata di campionato che ha visto protagonisti gli arbitri. E la Juventus non ha il solito smalto

Arbitri da commedia e l'X-Factor della Juve
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Il calcio è bello perché è vario, formula comoda per mettere la palla in calcio d'angolo. Il football degli arbitri più che vario è avariato ed ha cambiato questo sport meraviglioso. Fischiano rigori inesistenti però inventati da chi ha scritto le regole non per proteggere il gioco ma per rendere celebri e protagonisti, per l'appunto, gli arbitri. Cartellini rossi e calci di rigore al gusto di chi fischia e/o di chi è ai monitor di Lissone, la commedia continua. Lo hanno capito Milan e Fiorentina, lo ha capito la Juventus nel proprio stadio ma soprattutto la Roma a Monza. Riassunto di un week end sghembo: il Milan lascia i punti a Firenze sbagliando molto in fase difensiva, seconda sconfitta consecutiva tra coppa e campionato, quarta stagionale, partita luna park, tre rigori parati; il Cagliari non è il Red Bull Leipzig o forse la Juventus di campionato non è quella di champions league, per Thiago Motta un preoccupante X Factor (quarto pareggio), meno 3 dal Napoli, diventa un caso fantozziano Douglas Luiz, costato molto, gioca poco, rovina molto (due rigori provocati in quattro giorni), il popolo bianconero quasi rimpiange Arthur, compatriota del suddetto, entrambi ancora a libro paga con cifre sontuose e rendimento pari a zero. John Elkann, stranito presente in tribuna, incomincia a pensare grigio, oltre ai problemi più seri che lo affliggono tra vicende giudiziarie e bilanci pesanti. Non tremano alla Lazio che aggancia proprio la Juventus, partita di orgoglio, pur concedendo campo all'Empoli, la squadra di Baroni ha ribaltato lo svantaggio con la giovane promessa Pedro, spagnolo di anni trentasette. Festa laziale e malinconia romanista.

Non so che nottata passerà Ivan Juric, la squadra giallorossa pareggia a Monza con una prestazione superiore al recente passato però frenata dall'errore marchiano dell'arbitro e del Var. Ma, come detto, è un disco rotto e nessuno vuole sostituirlo. Ricordo le ultime parole famose di Allegri: «Dov'è Rocchi?»

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