Il cambio c'è, si vede e potrebbe presto portare sani e concreti benefici. A tutto il movimento calcistico del Bel Paese, con in testa quella Nazionale che il ct Giampiero Ventura vorrebbe competitiva e piena zeppa di giovani talenti.
Perché anche nella sessione di calciomercato appena conclusa il messaggio è stato lanciato forte e chiaro: è finita la moda dell'assalto, più o meno convinto, a giocatori provenienti da esotiche mete conosciute solo come località di villeggiatura e niente più. Oggi è il made in Italy a farla da padrona; tra giocatori già formati, veri talenti e giocolieri in fasce pronti ad esplodere da qui a poco tempo. E non sarà un caso che gli italici funamboli in rampa di lancio abbiano spinto molti stranieri all'esodo già in questa finestra di mercato: da Jovetic a Luiz Adriano, da Zarate a Felipe Melo, Evra e Morrison solo per citarne alcuni.
Sicuramente il nome di Roberto Gagliardini è quello più rappresentativo, ma giocano a suo favore una serie di elementi: l'immediata titolarità in una squadra come l'Inter, la personalità messa in campo e il fatto di sbagliare una percentuale di palloni prossima allo zero in ogni partita disputata. E quindi di rappresentare un unicum nel suo genere.
Ma assieme al 22enne bergamasco sono davvero tanti i ragazzi chiamati a ben figurare nella massima serie italiana: la Fiorentina, ad esempio, ha deciso di puntare forte su due elementi già pronti per il campionato come Saponara e Sportiello; mentre rimangono da valutare le operazioni Castrovilli e Scalera, così come i vari Crecco, Zerbin, Forte, Piscopo e Scamacca, ragazzi che faranno la spola tra Primavera e prima squadra per essere poi aggregati in modo definitivo dalla prossima stagione.
L'Atalanta stessa, ad esempio, con i ricchi proventi derivanti dalle vendite di Gagliardini e Caldara ha deciso di rimpolpare la sua linea verde ingaggiando Gollini, Mancini, Santopadre e Fazzi, atleti finiti anche sui taccuini di diversi club stranieri.
E c'è anche chi, invece, ha deciso di pescare dal campionato cadetto dopo aver venduto e bene: è il caso del Genoa, che dopo aver salutato Rincon, Ocampos e Pavoletti ha deciso di puntare forte su Beghetto e Morosini, assieme a quel Cataldi spesso chiuso nella Lazio.
Discorso parzialmente diverso, invece, tra le grandi: detto dell'Inter e di Gagliardini, è stata sicuramente la Juventus la più attiva sul mercato dei giovani italiani, con gli arrivi di Caldara tra due estati e di Orsolini tra sei mesi.
Nessun segnale di vita, invece, da Napoli e Roma, mentre il Milan i suoi talenti li ha già in casa e non ha nessuna intenzione di privarsene: «Donnarumma deve essere lasciato in pace ha ribadito il suo agente, Mino Raiola, lo stesso che solo 24 ore prima aveva rilanciato l'ipotesi che qualcuno premesse affinché il giocatore fosse ceduto ha un contratto per un altro anno e mezzo, non stiamo parlando con nessuna squadra e se qualcuno lo vuole, deve rivolgersi al Milan». Rossoneri che non hanno invece opzionato Giovanni Simeone: il giovane attaccante argentino non è il tipo di giocatore che il club milanese sta cercando.
L'Italia si risveglia cosparsa d'oro, con un patrimonio di calciatori in erba ricco come non mai.
Che la riforma voluta dal presidente Figc Carlo Tavecchio ormai due anni fa abbia sortito un buon effetto sembra chiaro. Il made in Italy, la virata che piace alla Serie A. Perché è lì che devono trovare spazio e acquisire esperienza i giovani. Per poi essere rivenduti, magari, con valutazioni inimmaginabili solo qualche anno fa.
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