Ieri è stata una giornata così, oggi sarà tutto diverso: si spera. Ieri giornata da libera uscita, da attaccanti audaci e vittoria che finisce ad un ragazzo transalpino che di nome fa Victor Lafay. Alle sue spalle il 36enne valtellinese della Eolo Francesco Gavazzi e il tedesco Nikias Arndt. E dietro loro, alla spicciolata, altri sei superstiti di quella fuga di giornata che ha animato tutta la corsa.
Ieri è stata una giornata così, e lo dice chiaramente Vincenzo Nibali, che a questo Giro non c'è arrivato certamente nel migliore dei modi, visto che il 14 aprile scorso si è fratturato il polso (radio e ulna) e ha perso giorni preziosi di lavoro. Un Giro tutto in rincorsa, ad inseguire una condizione buona, ma anche ad allontanare streghe che sembrano non volerlo mollare. «È stata una giornata di quelle così - ha spiegato Nibali alla Rai -, perché prima ho forato e sono stato costretto a cambiare la bicicletta. Poi attraversando un paese sono scivolato. Ho qualche escoriazione sul corpo, è stata una di quelle giornate in cui... succede quello che deve succedere. Mi consola il fatto che la squadra sta andando bene, c'è Ciccone che ha dimostrato di avere una buona gamba e quindi... andiamo avanti».
Ieri è stata una giornata così, nella quale quei due là non si sono persi di vista, nemmeno per un attimo, neanche fosse una marcatura tra Maradona e Gentile. Bernal e Evenepoel è ormai il duello quotidiano, in attesa che ci sia una tappa per suonarsele, e oggi c'è. Eccola qua, il Giro la serve subito nell'Aquilano. Tappa a cinque stelle e cinque salite con l'ascesa finale a Campo Felice, oltre quota millesei. Si arriva addirittura sulle piste da sci, con un chilometro e mezzo di sterrato laddove d'inverno c'è la neve.
Ieri è stata una giornata così anche per la maglia rosa ungherese, Attila Valter, che si trova lì in mezzo a quei due, anche se al momento è davanti a tutti. Oggi il ragazzo della Groupama che in squadra chiamano amichevolmente atì dovrà affrontare la prima vera verifica in una tappa che si preannuncia elettrica. Evenepoel ha un pugno di secondi su Bernal e sarebbe lui a guidare la classifica se non fosse saltato fuori un po' a sorpresa l'Attila d'Ungheria che la nostra tivù di Stato ha imparato a pronunciare come si deve. «Sto vivendo un sogno dice la maglia rosa e spero proprio di continuare a sognare. So che quella di domani (oggi per chi legge, ndr) sarà una tappa molto difficile, da non prendere sotto gamba, ma siamo pronti».
Ieri è stata una giornata così, ma oggi
l'altimetria dice che c'è poco da fare gli stupendi. Ci sono tanti metri di dislivello da far venire il mal di mare anche ad un nostromo. Oggi è un altro giorno: Bernal e Evenepoel non si perdono di vista, Attila li ha nel mirino.
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