
Il video distopico di Trump sulla «Riviera di Gaza» è andato in meta subito dopo la pubblicazione del libro di Valentina Clemente e Dario Ricci «Touchdown mr. president, sport e politica alla Casa Bianca» (Ed. Lab DFG).
«Trump Gaza», il «corto» che ha sconvolto il mondo - frutto dell'intelligenza artificiale e di quella decisamente maniacale del presidente USA -, potrebbe ispirare agli autori un capitolo in più o un importante post scriptum per la prossima edizione del loro saggio. In quella attuale la coppia Clemente-Ricci dedica comunque numerose pagine al tycoon più potente del mondo.
«La (prima) Presidenza Trump e il fallimento del binomio politica-sport», questo il titolo della parte attualmente riservata in «Touchdown mr. president» a Donald, cui idealmente va il monito di copertina: «Campioni e campionesse, come LeBron James e Megan Rapinoe, sono i veicoli di battaglie sociali a cui i presidenti devono dare ascolto». Ma, alla luce dell'ideologia Trump, oggi sarebbe più realistico sostituire quel «devono» con un più prudente «dovrebbero». Clemente e Ricci ne sono consapevoli, tanto da premettere: «Sport e politica formano un legame indissolubile in quella che l'inno nazionale definisce The Land of the Free and the Home of the Brave».
Libertà e coraggio in primo piano sin dalla prima presidenza della storia degli Stati Uniti: George Washington, nuotatore provetto, dà inizio alla lunga serie di presidenti «atleti». Strategie elettorali? Probabilmente sì. Gli Stati Uniti sono saliti sul podio planetario anche grazie alla «strategia dell'agonismo»: una corsa dove sport, politica e cultura sfrecciavano insieme come in un'Olimpiade della civiltà a stelle e strisce. Da John Fitzgerald Kennedy a Franklin D. Roosevelt; da Gerald Ford a Richard Nixon; da George W. Bush a Barack Obama: tutti con una mazza da baseball, un pallone da basket o da football (americano, of course). Foto opportunity con a fianco LeBron James, Derrick Rose, Magic Johnson, Megan Rapinoe e tanti altri personaggi iconici prestati (a volte strumentalmente) per fecondare più proficuamente l'orticello di Casa (Bianca). E oggi, con Trump, quali sono le prospettive? In vista dei mondiali di calcio del 2026 e delle Olimpiadi a Los Angeles nel 2028, c'è da essere ottimisti?
Intanto è indubbio che sul fronte sportivo si stia giocando anche un'importante partita politica. Come dimostrano, tra l'altro, i fischi ricevuti l'altro ieri da Usha Chilukuri (moglie del vicepresidente americano J.D. Vance) ospite all'inaugurazione degli Special Olympic di Torino; la «Second Lady» avrebbe dovuto rappresentare il «volto buono» della Casa Bianca, ma la presenza di atleti ucraini e russi (questi ultimi sotto la non «bandiera» degli «atleti indipendenti») le ha rovinato il benvenuto.
Il tutto mentre negli USA, Donald jr, primogenito e consigliere del presidente Trump, raccoglie fondi per le «Enhanced Games»: le prime «Olimpiadi dove sono ammessi atleti che usano anabolizzanti e sostanze dopanti». Già programmati investimenti per milioni. Obiettivo: «Riscrivere, senza limiti e censure sanitarie, i record mondiali dei principali sport». Congratulations, mr. president.
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