Chiamatelo 007 Mancio, l'unico che ha scoperto tutti i segreti dei turchi

Il ct della Nazionale ha guidato il Galatasaray, ha vinto, beffato la Juve e conosce i nostri rivali. Yilmaz compreso

Chiamatelo 007 Mancio, l'unico che ha scoperto tutti i segreti dei turchi

Chissà non serva l'uomo in più. Nella sfida con la Turchia sta seduto in panca, non entrerà in campo ma gli basterà il fuori campo. Lo 007 della nazionale nostra, si chiamano così gli osservatori che vanno a studiare gli avversari, magari nascosti dietro un albero, sarà proprio il ct. Meglio se Mancini giocasse, d'accordo, ce lo ricordiamo tutti fra colpi di tacco e palle-gol. Però l'attuale commissario tecnico, nel suo gironzolare europeo, si è affacciato sullo stretto del Bosforo tra le meraviglie di Istanbul: città che val sempre un giro turistico, forse un po' meno quello calcistico. Mancini vi arrivò nel settembre 2013, si accomodò sulla panchina del Galatasaray, lasciata da Fatih Terim, e cominciò la sinfonia da direttore d'orchestra. Non durò molto, a fine stagione salutò senza fazzoletti ad asciugar lacrime ma con un asciutto comunicato nel quale, pur apprezzando tifosi e città, diceva che la sua storia aveva altri orizzonti visti i problemi economici del club.

Il nostro ct fece in tempo ad infilare in bacheca una coppa nazionale, conquistata con il gol di Wesley Sneijder, vecchia conoscenza del campionato nostro, e a mettere a muso in giù la Juve in una celebre sfida di Champions dove, diceva Conte allenatore bianconero di allora, se non ci fosse stata la neve Ma la neve sul campo c'era per tutti. E i turchi conquistarono una glorificata qualificazione anche quella volta con gol dell'olandese, una delle vedette insieme a Drogba, Felipe Melo, Burdisso. Senza dimenticare il top scorer dell'anno che fu Buruk Yilmaz, 16 gol all'attivo, uno che non ha smesso mai di segnare: in Turchia come nel Lilla in Francia. Allora aveva 28 anni, ora sono 35, ma la maglia non gliela leva nessuno. Sarà l'unico giocatore, di quel Galatasaray, che Mancini ritroverà. Nell'Europeo 2021 la squadra di Istanbul è rappresentata solo da due giocatori. Eppure il nostro ct nella breve esperienza ha potuto studiare il mondo turco ed ha lasciato il buon ricordo dei risultati: 2° in campionato, coppa vinta, eliminazione della Juve in Champions. Un buon ricordo che, stavolta, servirà per farsi ricordare.

L'avversaria di venerdì è a trazione straniera, ovvero la gran parte dei titolari gioca all'estero: non certo una novità per i giocatori turchi. Tre di loro, Calhanoglu, Demiral e Muldur, sono in Italia, e un altro, Under, finito al Leicester in prestito dalla Roma. Facce note a tutti e al nostro tecnico, mentre nella probabile formazione titolare, tre italiani compresi, sono ben pochi i calciatori che se la giocavano in campionato nel 2013-2014. La Turchia è una squadra giovane, dunque alcuni si facevano largo nelle giovanili, altri sono stati avversari del ct: Ozan, Tufan, Yokuslu, Celik. Certamente Mancini ha il vantaggio di conoscere mentalità e concetti tattici di moda nel calcio di quelle parti.

E, magari, potrà sussurrare a Chiellini e Bonucci due dritte per anestetizzare il 35enne Yilmaz che giocò solo il ritorno della sfida. Stavolta Mancio sta dalla parte giusta. E non ci sarà Umut Bulut che, a Torino, segnò il gol che li stordì.

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