E' la primavera di Sagan, il talento slovacco che ormai tutto il mondo ha imparato a conoscere, certo per la goliardica "manomorta" alla miss sul podio, ma soprattutto per la raffica di vittorie - ultima la Freccia del Brabante - e di piazzamenti nelle grandi classiche del Nord.
La fame però non è placata. A 23 anni non può placarsi. Sagan è ingordo e generoso, sente di dover sfruttare il momento. Domanica nuovo appuntamento, con l'importante Amstel Gold Race, la superclassica d'Olanda finanziata dalla multinazionale dellea birra. Non è ancora corsa-monumento come Sanremo o come la stessa Liegi-Bastogne-Liegi che si correrà la domenica successiva, ma sta per diventarlo anno dopo anno.
"E' una corsa adatta a me, l'ho capito l'anno scorso, quando arrivai terzo", spiega Sagan. "Stavolta so che gli avversari sono molto forti, da Gilbert a Valverde, ma non posso farmi intimorire: per emergere bisogna battere anche i più forti.
Il solita Sagan, sfrontato e coraggioso, che non si nasconde mai. Con una particolarità tutta sua: rispetto ad altri della sua risma, alle parole fa sempre seguire i fatti.
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