Fino a domani sera siamo liberi di sognare. Poi, Marc, il duevoltediseguitocampionedelmondo, ci dirà con l'onnipresente e spiazzante sorriso che la festa anche quest'anno è altrove, a casa sua, e che se ne facciano una ragione i vari Valentino Rossi in cerca del decimo sigillo iridato in carriera e i Pedrosa e i Lorenzo e tutti gli altri che da due anni le stanno prendendo. Intanto, però, sogniamo. Che Valentino messo ieri meglio dell'altro ieri e però comunque indietro possa domani tirare fuori il solito settaggio azzeccato all'ultimo e faccia gara delle sue. Perché il primo Gran premio dell'anno XX del Dottore nel motomondo meriterebbe l'impresa. Sono meravigliosamente tanti vent'anni a trecento all'ora. Vent'anni che non ci credi ne abbia 36 suonati e devi ripeterlo e scriverlo per convincerti sennò Valentino per tutti e per sempre resta quello giovane con la bambola della Schiffer in sella al Mugello '97.
Però giovane non è più per cui un posticino nel nostro cuore, anche se non sgasiamo la domenica in sella a desmodromiche sculture, un posticino lasciamolo libero per quei due della Ducati che non sono e non saranno mai dei Valentino però sono chiamati quest'anno a scrivere una storia potenzialmente bellissima. Sono i due Andrea, quello Dovizioso con all'attivo una vittoria in MotoGp e quello Iannone con zero successi e però incredibile grinta e coraggio. Dispongono di una Ducati, la Gp15, che non è più una Ducati, ma anche un'Audi e anche un'Aprilia visto che ci ha messo le mani un ingegnere geniale che le moto nere aveva fatto volare in Superbike.
Si chiama Gigi Dall'Igna, quando vince assomiglia a Joe Mantegna, quando perde alla figlia di Fantozzi. La sua nuova Rossa fin qui non ha deluso. Ieri Iannone è finito a terra, ma prima aveva staccato il terzo tempo dietro a due Honda. Inutile scrivere di chi fosse la prima.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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