CR7 e Leo, passo di lato. Ma non basterà fare gol per prendersi l'eredità

Cristiano e Messi fuori, ma è lunga la strada di Mbappè, Haaland e gli altri per sostituirli

CR7 e Leo, passo di lato. Ma non basterà fare gol per prendersi l'eredità

Non è che un mito non possa cadere. In fondo è umano pure lui. È che quando questo succede fa rumore. Ma se a cadere al tempo stesso i miti sono addirittura due, allora il frastuono è davvero inevitabile. Ronaldo e Messi, Messi e Ronaldo. Il calcio degli ultimi 15 anni è stato roba loro. Protagonisti assoluti, fenomeni indiscussi. Che non a caso si sono spartiti tutti i Palloni d'oro dal 2008 ad oggi, salvo la parentesi Modric del 2018. Ma a questo giro entrambi hanno salutato la Champions League soltanto agli ottavi di finale. Fine di un'epoca? Probabile, perché una Champions senza i due fenomeni già dagli ottavi non si vedeva dal 2004-2005, calcisticamente un'era geologica fa. Cristiano era un giovane alla seconda stagione con il Manchester United, eliminato dal Milan di Ancelotti; Leo, un ragazzino con la maglia numero 31 del Barça, fuori gioco per mano del Chelsea di Mourinho. Ed entrambi erano ancora a secco di gol nella massima competizione europea. Per capirsi: in quella stagione la Juve di Buffon, Nedved, Del Piero e Ibrahimovic vinceva lo scudetto; Cristiano, ma Lucarelli, primeggiava nella classifica marcatori davanti a Gilardino e Montella; L'Udinese finiva al quarto posto e l'Atalanta retrocedeva in serie B. Già, proprio un'era fa.

E la caduta degli dei fa ancora più rumore perché mentre loro si avviano all'inevitabile crepuscolo della carriera (con calma eh, sia chiaro), altri due giocatori sembrano pronti a prendere il loro posto. Haaland e Mbappè. 20 anni il norvegese, 22 il francese. A fronte dei 36 di CR7 e dei quasi 34 della Pulce. Il cliché del ricambio generazionale sembra servito. Giovani e fortissimi, pronti a stupire l'Europa a suon di gol e giocate. Potente e implacabile il primo, tecnico e imprendibile il secondo. Sia chiaro però. I due ragazzini sono pronti a prendersi la scena e a dominare il calcio dei prossimi 15 anni, oltre che a scatenare aste al rialzo tra tutte le squadre disposte a mettere pesantemente mano al portafoglio.

Ma i due vecchietti non è che debbano farsi da parte in un attimo. Entrambi sono ancora in grado di fare la differenza, di spostare gli equilibri, di vincere. Anche se hanno fretta perché con il tempo che passa non si può scherzare. Ecco perché sono accomunati da un destino che vedrà la loro prossima estate caldissima. Messi potrebbe lasciare un Barcellona in crisi di liquidità e con oltre un miliardo di euro di debiti, anche se il ritorno di Laporta potrebbe cambiare nuovamente le carte in tavola. Ronaldo sembra di colpo diventato un peso per una Juve che vuole ripartire puntando sui giovani anche per sgravare il bilancio in rosso.

Ma è vero che per una società ambiziosa avrebbe più senso puntare su uno dei nuovi gioielli del calcio europeo. Giovani, forti e ambiziosi.

Quanto basta per raccogliere la pesante eredità del 7 e del 10? Si vedrà. Ma se rivoluzione e cambio generazionale sarà, sono già iniziate. I due baby vanno avanti a suon di gol. Le due icone si accomodano sul divano. Tutto cambia. O forse è già cambiato.

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