È caos nell'Africa calcistica che vorrebbe organizzare il Mondiale del 2030 con la candidatura congiunta di Algeria, Marocco e Tunisia. L'ultima notte di qualificazione a quello in Qatar, ha lasciato uno strascico di polemiche, ma soprattutto un morto: il medico Joseph Kabungo, presente a bordocampo per la sfida di spareggio tra Nigeria e Ghana, finita 1-1 con l'eliminazione dei padroni di casa. Avrebbe dovuto occuparsi dei controlli antidoping dopo la partita e invece, stando ad alcune fonti, sarebbe stato travolto dalla calca dei tifosi nigeriani che hanno invaso il campo di Abuja dopo il fischio finale, inferociti per l'esito della gara.
Secondo altre ricostruzioni, invece, Kabungo sarebbe morto addirittura prima dell'incontro, per via di un attacco cardiaco sempre in mezzo alla calca. Inutile, comunque, il successivo ricovero in ospedale, mentre dentro e fuori lo stadio proseguivano i tafferugli, con la polizia costretta a intervenire in forze. «La sua morte è un'enorme perdita poiché il dottor Kabungo è stato un amico e confidente di molte generazioni di giocatori e delle loro famiglie», il commento della Federcalcio dello Zambia, paese d'origine del medico morto, e che ha voluto ricordare come il dottore avesse fatto parte della spedizione della Nazionale che nel 2012 aveva vinto a sorpresa la Coppa d'Africa.
In compenso nella sfida tra Senegal ed Egitto, replica dell'ultima finale proprio di Coppa d'Africa e risolta ai calci di rigore, si sono rivisti, dopo parecchi anni di assenza, i laser verdi sparati in faccia ai calciatori avversari per indurli in errore. Missione peraltro compiuta visto che l'Egitto di rigori ne ha sbagliati ben 3, anche con la propria stella Mohamed Salah, che infastidito ha spedito il suo tiro in curva, altissimo. Senegal qualificato al Mondiale in Qatar e "Faraoni" imbufaliti, con tanto di protesta ufficiale alla Fifa e accusa di razzismo nei confronti dei rivali.
Dall'Africa all'Iran, con la federazione asiatica finita il monitoraggio della Fifa dopo che a Mashhad, per il match con il Libano, è stato vietato l'ingresso alle duemila donne che avevano acquistato il biglietto. A gennaio, in occasione della sfida contro l'Iraq, era stato dato il via libera alle presenze femminili, seppur in numero limitato, sugli spalti.
Il Governatore Mohsen Davari ha chiesto scusa per l'accaduto, ma sul caso è intervenuto perfino il Presidente iraniano Ebrahim Raisi, che ha ordinato al ministero degli Interno di indagare sui fatti. Nessun rischio, però, di perdere il Mondiale, fantasiose le ipotesi di ripescaggi compreso quello dell'Italia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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