Dybala si prende Roma. Dimentica Juve e Inter per diventare grande

La Joya: "Fidatevi, è un progetto serio. Rispetto per Totti. Che piacere la chiamata di Mou"

Dybala si prende Roma. Dimentica Juve e Inter per diventare grande

L'abbraccio di diecimila tifosi all'Eur gli ha fatto capire, se ancora ce ne fosse bisogno, che la sua scelta è stata azzeccata. Per Paulo Dybala galeotta era stata la telefonata di Mourinho. E ieri sera non ha resistito alla tentazione di fare, con il suo telefonino, il video della folla che lo acclamava, e a un certo punto si è seduto sulla scale a guardare, quasi incredulo, tutta quella gente che lo acclamava. «Ho tanta voglia, sentire il vostro affetto mi emoziona, mi fa venire voglia di entrare all'Olimpico con tutti voi sotto la curva».

«È una gioia avere la Joya», aveva scherzato con le parole il ds Tiago Pinto nella conferenza del pomeriggio. Dybala è già entrato nel mood Roma e l'ha fatto con un certo stile. Segno di intelligenza, forse anche di maturità perché a 28 anni i romanisti si attendono un calciatore che possa esprimere il meglio della sua carriera. «Io lavoro per questo, ci sono tante partite, cerco di curare ogni dettaglio, ho esperienza nella Juve che mi ha trasmesso quella mentalità», aveva sottolineato l'argentino.

Certezze, punti di riferimento importanti, serietà, entusiasmo. Dybala parte da ciò che gli ha assicurato la Roma, al di là dei 4,5 milioni a stagione più bonus e una clausola nel contratto molto bassa (20 milioni) che mette al sicuro entrambe le parti. Di connazionali illustri sulla sponda del Tevere ne sono passati diversi e molti hanno anche vinto. Ora lui vuole fare altrettanto. «Mourinho mi ha chiamato per vincere, ma hanno avuto il loro peso anche le parole del presidente, di suo figlio e del direttore sportivo. Fidatevi, il progetto della Roma è solido e serio anche se parlare di scudetto è ancora presto, ci sono squadre più avanti di noi», così il calciatore che debutterà in giallorosso sabato nel test in Israele contro il Tottenham di Conte.

Logico dunque parlare di chi lo ha lasciato andare dopo sette anni. «Con la Juve a ottobre c'era l'accordo da firmare, poi la società mi ha chiesto di aspettare e a marzo ha cambiato idea, comunicandomi che non facevo parte del progetto futuro. Nessun problema economico, la società ha preso altre decisioni assieme al mister». Eppure lui promuove la sua ultima stagione in bianconero: «Avrei voluto fare molti più gol, molti più minuti, con gli infortuni non è stato possibile. Per come è finito l'anno, i miei numeri sono stati tra i primi in diversi aspetti. Di sicuro, se farò gol contro la Juve (il primo appuntamento è fra un mese esatto all'Allianz Stadium, la sua vecchia casa, ndr) non esulterò...».

L'Inter l'ha inseguito a lungo, poi l'ha mollato sul più bello. «Ho un bel rapporto con Marotta, ma non mi sono sentito tradito dai nerazzurri - ha voluto specificare -. I miei agenti hanno parlato con tante squadre e i giornalisti si sono soffermati su alcune di queste. Quando Pinto è venuto a Torino, poi, le cose sono cambiate e ho scelto la Roma». Dove non vestirà la 10 dall'eredità pesante: «Totti l'ho incontrato alla partita di Eto'o molto prima della trattativa con i giallorossi e mi aveva parlato dell'ambiente romano. Ho rispetto per questa maglia e per chi l'ha indossata qui. Ma il 21 per me è molto importante, per la Nazionale e per il primo periodo con la Juventus».

Con Mourinho («gli ho chiesto, cosa vogliamo vincere?») è pronto a giocare sia da seconda punta che da trequartista. In un calcio ormai più fisico, la sua fantasia può essere un valore aggiunto. Specie se la Roma riuscirà a trattenere Zaniolo.

«Vogliamo che i giocatori forti restino, sappiamo cosa può dare, ho parlato con lui ma non posso intromettermi nel suo futuro», così Dybala facendo capire che il 22 romanista pensa all'addio. Anche se radiomercato parla di un incontro fissato a settembre tra il suo agente Vigorelli e Pinto per il rinnovo del contratto.

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