nostro inviato a Montmelò (Barcellona)
Ogni anniversario che si rispetti va onorato come si deve. Pole position con pole position. Vittoria con vittoria. Polemica con polemica. Oggi sono cinque anni dall'ultima successo di Fernando Alonso al volante della Ferrari e dall'ultimo trionfo in carriera di Fernando Alonso pilota di F1. Nel maggio 2013, il ragazzone asturiano arrivò qui con una monoposto vincente e partì da qui con una monoposto che non avrebbe più vinto. Il giorno dopo il Gran premio iniziarono dei test segreti svolti solo dalla Mercedes con le gomme Pirelli. Quando lo si scoprì fu polemica grande. Anche perché nel frattempo le frecce d'argento anglo-tedesche avevano preso a vincere e a far paura a tutti. Ieri, cinque anni dopo, la ricorrenza è stata celebrata come si deve. Con una nascente polemica che, salvo stravittoria oggi delle Ferrari, ci accompagnerà a lungo. Gli attori sono gli stessi di allora: Ferrari, Mercedes e Pirelli. Si spera che, da qui a fine campionato, il risultato non sia lo stesso. Sarebbe eccessivo onorare l'anniversario in maniera così puntigliosa.
La Ferrari arrivata a Barcellona sull'onda di tre pole consecutive e che oggi partirà in seconda fila con Seb e Kimi è però preoccupata. Infatti, anziché fare diplomaticamente il pompiere spegnendo le fiammelle sul nascere, non getta benzina ma neppure acqua. Lascia che il fuoco si alimenti da sé. O quasi. Si limita a constatare che se fosse un problema solo suo la mancanza di grip patita con le gomme supersoft modificate, sarebbe un discorso diverso. Invece la cosa ha creato noie ad altri team ma a uno no. La Mercedes. Arrivata qui sull'onda di qualche problema di surriscaldamento gomme che in questo campionato l'aveva resa meno uber alles e ora tornata davanti a tutti con Hamilton e Bottas, felicemente sposi della gomme modificate. Ed è questo il punto: la modifica. Perché una ventina di giorni fa, Pirelli aveva comunicato di portare in Spagna (e in Francia e a Silverstone, tutte e tre piste con asfalto rifatto ed eccessivo grip) gomme modificate nel battistrada (meno 4 millimetri) per ragioni di sicurezza così da evitare un eccessivo surriscaldamento. Motivo sacrosanto visto che ieri, nonostante tutto, il tempo pole è stato abbattuto di 3''. Anche se forse sarebbe stato meglio portare una selezione di gomme più dure, evitando di cambiare i delicati parametri dei pneumatici su cui le auto sono state progettate. «Avevamo due opzioni» rispondono dalla casa italiana, «o modificare il battistrada come fatto o portare gomme più dure: per cui hard, medie e soft... Ma tutti i team chiedono gomme sempre più morbide, per cui abbiamo escluso questa seconda possibilità. Ridicolo che ci dicano di aver voluto favorire la Mercedes...».
Vero. Fatto sta, il risultato è questo: Ferrari e anche Red Bull sulle rosse supersoft che avrebbero dovuto regalare almeno 4 decimi rispetto alle gialle soft, sono andate più piano e sono state costrette a qualificarsi con polimeri più duri (entrambe i ferraristi e Ricciardo su gialle). E a domanda in gamba tesa arrivata in conferenza stampa, Hamilton e Bottas hanno alzato gli scudi. Pensate che la Pirelli non abbia cambiato i colori delle gomme (la scelta di mescole più dure di cui si diceva, ndr) per aiutarvi? Hamilton: «Quando?». E Bottas: «Le gomme sono le stesse, è solo il battistrada che è stato ridotto». Avete nulla da dire circa la Pirelli che vuole aiutare la Mercedes? Hamilton: «Sarebbe bello. Ma è una domanda stupida e non ho risposta». Bottas: «Perché mai dovrebbero volerlo?».
Ecco.
Il finlandese ha centrato il problema. Pirelli ha agito per la sicurezza. Ma avrebbe dovuto farlo in altro modo. Scontentando comunque qualcuno. Non aveva vie d'uscita. E così ha onorato nel migliore dei modi l'anniversario delle polemiche.
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