Campioni d'Africa della Nigeria, alla loro 5 partecipazione e Iran giunto, tra mille problemi alla quarta partecipazione ad un Mondiale, per l'incontro che chiude la prima giornata del raggruppamento F.
Asiatici che schierano una difesa a 4, utilizzando i soliti 2 mediani a far diga davanti, uno dei quali l'uomo simbolo di questa nazionale il 33enne Nekounam, una vita all'Osasuna, ad un soffio dalle 140 presenze. Poi i 3 interni, tanto in voga in questi Mondiale, con Queiroz che schiera una sola punta in avanti affidandosi alle doti tecniche di Ghoochanneijhad. Dall'altra parte, invece, per la Nigeria 4-3-3 previsto alla viglia e puntualmente confermato da Keshi, con la difesa affidabile delle qualificazioni (sole 4 reti subite in 8 incontri), coperta da due motorini come Obi Mikel e il laziale Onazi e tanta qualità davanti con il Moses del Liverpool (ma di proprietà Chelsea), Azeez prezioso jolly dell'Almeria e centralmente Emenike, riferimento offensivo del Fenerbahce,
Africani che partono a 1000, andando al tiro dopo soli 2 minuti con Moses da fuori ad impegnare con una certa pericolosità il portiere avversario. Ancora le “super aquile” al 6' con bomber Emenike anticipato in extremis da un difensore, sul pallone vagante Onazi a concludere con palla che si spegne di poco a lato. Ritmo indiavolato della Nigeria che sta prendendo d'assedio, soprattutto l'out di sinistra iraniano, con un Moses in serata di grazia. Dopo il primo quarto d'ora, partita che diventa più equilibrata, con gli uomini di Queiroz, passata la tempesta iniziale, più sereni nel gestire gli attacchi degli Africani, complici anche i tanti errori di misura degli uomini di Keshi. E così dopo una punizione del nigeriano Musa ad impegnare Haghighi, una delle occasioni più pericolose, paradossalmente, ce l'ha il sornione Iran su calcio d'angolo con Ghoochanneijhad a chiamare Enyeama, estremo di grande continuità di rendimento nel Lille, ad una respinta impegnativa sotto misura. Con la prima, e unica, occasione degli Iraniani si chiude un primo tempo avaro di occasioni, che, dopo l'iniziale sfuriata nigeriana, è andato divenendo sempre più in equilibrio.
Si ricomincia con gli stessi 22. Nigeria che inizia come nella prima frazione più propositiva, opposto ad un Iran del quale è apprezzabile l'attenzione e l'applicazione difensiva, risultato della bravura tattica di una vecchia volpe come Queiroz (per il 61 Portoghese in carriera esperienze di club con Sporting Lisbona, Real Madrid e in qualità di selezionatore per n precedenza per Sudafrica, Emirati e Portogallo). Costante il possesso di palla nigeriano, ma agli uomini di Keshi sembra difettare un po' di fantasia in mezzo al campo, per una squadra tanto solida quanto prevedibile e conseguentemente incapace di confezionare occasioni apprezzabili. Venti minuti della ripresa e nessuna conclusione nello specchio da registrare per una partita che non passerà alla storia. Il Ct nigeriano le prova tutte inserendo Ameobi e Odemwingie per un atteggiamento sempre più offensivo, un 4-2-3-1 che, talvolta, diviene un 4-2-4 ma senza risultati apprezzabili. Tabellino desolatamente vuoto e match che scivola inesorabile sullo o-o, primo pareggio a Brasile 2014, nonostante l'inutile forcing finale nigeriano.
538em;">Un punto che sembra non servire a nessuno se non alla Bosnia. Considerate le traversie per il gruppo iraniano, la loro partita del cuore da apprezzare; dai campioni d'Africa, invece, era lecito attendersi una maggiore qualità.
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